venerdì 25 marzo 2011

OPINIONE DEL ROCKPOETA: Italiani, Emerito Popolo Di Imbecilli

Lo so, questo post potrebbe sembrare più disimpegnato dato che non parlo della Libia, di quanto accade a livello politico o dell'ennesimo problema alla centrale di Fukuschima, ma credo invece che possa essere un tassello importante per capire le origini e le ragioni, forse, del perché questo popolo poi si ritrova Berlusconi ma, non solo lui, anche tanti altri di varie fazioni politiche che non sono poi di livello molto superiore...

In primis "l'incertezza" (rectius doppiogiochismo politico) a cui assistiamo sul caso libico é figlio di un popolo uguale ai suoi governanti.

In secondo luogo, l'ingenuità e la sconcertante stupidità di molti mi sconvolge.

Io spero, vista la fonte (yahoo) che questa notizia sia una bufala, che venga smentita, che io ci abbia scritto un post sopra quasi inutilmente ("quasi" perché cmq le affermazioni appena premesse restano a mio avviso valide e formano un mio profondo convincimento al riguardo) ma leggere che il 69% degli Italiani gradirebbe, dovendo lavorare in fabbrica, farlo alla Ferrari mi ha veramente fatto cadere le braccia. Io non so, ma cosa pensano che significhi lavorare in Ferrari? Un conto se sei un progettista o fai un lavoro importante dove guadagni bene e magari prima o poi, se ci si tiene tanto, una Ferrari come benefit la porterai a casa; ma un operaio, per quanto specializzato penso, e per quanto guadagnerà forse meglio che alla FIAT, sarà sempre e cmq dentro un capannone senza benefit e senza gloria.

Ora, capisco se si parla di solidità lavorativa, qualificata capacità manageriale, ecc.., ma a parte questi giusti aspetti concreti, sul resto sono e resto molto perplesso.

Un altro paio di maniche sarebbe essere un meccanico ferrari in Formula 1; ma questa é una cosa molto diversa.

A volte mi pare che alla fine più, che un popolo di poeti, santi, navigatori, siamo (in maggioranza) un popolo stolto, furbetto, vile e forse anche imbecille.
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8 commenti:

Ernest ha detto...

a volte è difficile darsi delle risposte ormai

Aries 51 ha detto...

Passo volentieri a casa tua. Per imparare e conoscere.Oggi mi hai mostrato ancora la sensibilità del poeta, quella che non fà rumore ma è piacevole scoprire, come il volo della farfalla.E i battiti d'ali di questo volo sono quei "a volte mi pare" e "forse" nella tua ultima frase.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER ARIES 51: Passa quando vuoi, i tuoi commenti lasciano sempre il segno ed é sempre una immensa emozione leggerli.perché mostrano smpre una forte sensibilità ed attenzione a tutto quello che ci circonda e che viviamo quotidianamente

Lanza ha detto...

Scusa ma non ho proprio resistito.Tu sei mai stato a Maranello a vedere con i tuoi occhi cosa significhi lavorare in Ferrari?Credo di no:avresti visto non i soliti operai demotivati (a ragione)bensì un manipolo di artigiani a cui brillano gli occhi mentre ti descrivono la regolazione,rigorosamente manuale, delle molle valvole.
Al di là dell'aspetto economico, per lavorare qui serve passione e amore e orgoglio:per ogni vettura prodotta,dal progettista all'autore della più trascurabile delle operazioni,ciascuno la sente un pò "sua".Davvero pensavi che le automobili più leggendarie del mondo potessero uscire da una fabbrica tipo Mirafiori?
Ti consiglio,senza alcuna polemica,di contattare la società per organizzare una visita agli stabilimenti.Saranno ore ben spese,credimi.Cordialmente.Roberto

Daniele Verzetti, il Rockpoeta® ha detto...

PER LANZA: io non critico la società Ferrari o chi ci lavora; io sento piuttosto inutile sentirsi parte di un mito come tanti fan.

So bene che la Ferrari rispetto alla FIAT sia un piccolo (per ora) mondo a parte, ma credo che quel mondo che esisteva ai tempi di Enzo Ferrari ora resti forse negli occhi di questi brillanti e capaci "operai- artigiani" ma che non sia poi ricambiato dall'alto.

No, cmq, non sono mai stato a Maranello ma, anche andarci, cambierebbe poco. Io non ho negato che esistano operai e lavoratori orgogliosi di lavorare in Ferrari, ma é un tipo di "emozione" ed appartenenza che non trovo logica.

Sentirsi davvero parte di un progetto, di un qualcosa anche di tuo, davvero costruito da te, é diverso.

Essere per es dentro il team Ferrari allora come ho già detto sarebbe differente.

Io non voglio togliere a nessuno i propri sogni ma trovo che sognare di lavorare con qualunque mansione in Ferrari solo per quello che rappresenta e che si vede lucciare dall'esterno, (come nel caso del sondaggio che ho riportato) lo trovo privo di senso. Peraltro auto "leggendarie" per la gente comune sono uscite anche dalla Fiat ai suoi tempi anche se meno costose di una Ferrari e meno di appeal di queeste ultimi, va sicuramente ammesso.

Ti ringrazio di essere intervenuto ed aver commentato. Spero tornerai ancora e ti dò il benvenuto qui in questa agorà :-)))

Daniele il Rockpoeta

Lanza ha detto...

La tua precisazione mi trova completamente d'accordo.Del resto una valutazione superficiale ed affrettata è quello che è logico aspettarsi in un mondo che privilegia immagine e apparenza.
Un saluto e grazie dell'invito. Roberto

luce ha detto...

Io sono un imbecille, di quelli che hai citato tu nel post, perchè io avrei risposto che come operaio vorrei essere un operaio della Ferrari, perchè Ferraii è un 'idea di un Italia quella lavoratrice, onesta, umana, che inseguiva si un sogno che è diventata una grande realtà e lo è anche adesso.
L'idea di Ferrari, che NON è l'idea degli Agnelli della FIAT , è quella che sostiene ancora adesso tanti operai e sostiene anche le mia votazione al sondaggio e credo che l'Italia ha bisogno di queste idee soppresse e rese impotenti da quelli intelligenti che le hanno sostituite con profitto, cassa integrazione, sindacati impegnati e mercato libero.
Ma io sono un imbecille e forse sbaglio...
Ovvio che spero che permetterai ancora a questa imbecille che sono di essere ospite nella tua agorà :-)

Anonimo ha detto...

A volte mi pare che alla fine più, che un popolo di poeti, santi, navigatori, siamo (in maggioranza) un popolo stolto, furbetto, vile e forse anche imbecille.

mi hai toltole parole di bocca