mercoledì 25 agosto 2010

L'Angolo del Rockpoeta: "Trincea"

La Guerra: com'era un tempo e com'é ai nostri giorni.... Sempre efferata ma, oggi, talvolta, a causa di una tecnologia sempre più avanzata, sembra quasi un gioco....

TRINCEA


Guerra di trincea.

La Trincea come casa
La Trincea come fogna
La Trincea come bara.



Fatica e Paura
Freddo e Nausea
I cadaveri dei tuoi compagni
Di fianco a te.



E noi soli
Imbracciavamo il fucile

Soli
con le nostre paure.

E l’Alba
Non aveva più colore.

O forse lo aveva
Sempre lo stesso
Ogni mattina.


Inconfondibile.

Come il tanfo di morte e degli escrementi

Aria salubre di TRINCEA.



Oggi la guerra è diversa
Oggi la guerra è un orribile videogame.

E videogames “veri”
in commercio
preparano
quasi istruiscono
con largo anticipo
i soldati di domani.

E guardo la guerra di oggi

Intelligente
Chirurgica
Preventiva.

Così la definiscono
Il più delle volte.


LA BUGIA PIU’ COLOSSALE DEL TERZO MILLENNIO
CHE L’UMANITA’ E’ COSTRETTA A SUBIRE.


Guardo i Notiziari
E le immagini che trasmettono.

E mi rendo conto
Di come oggi la guerra
Sia ancora più sporca
Viscida
Orribile
Di come era ai nostri tempi.

E quasi rimpiango la mia Trincea.


Trincea come fogna
Trincea come bara
Ma il tuo nemico era reale.

Respirava come Te
E gli leggevi in faccia
La tua stessa paura.


Non aveva
Le simulate sembianze
Di una Sagoma Virtuale.



Quando Sparare
Non era un Gioco



DANIELE VERZETTI, ROCKPOETA

11 commenti:

luce ha detto...

Verissimo.
Adesso il "nemico" paradossalmente è l'informazione e quindi la sua manipolazione e quindi la convinzione che la verità sia quella che ci propongono.
Alloara troviamo mezzi di resistenza adeguati:la rete e la sua "rete" di informazioni è un ottimo panzer, il resto lo fanno le coscienze e quelle mi sa che si stanno svegliando.
Cerchiamo solo di non essere presuntuosi nel manifestare voglia di giustizie ed evitare gli errori macchiavellici che hanno portato la politica e il sociale dall'alto della ideologia al basso del "do ut des"
Sempre bravo e sensibile, sei un grande osservatore dei tempi nostri brutti sporchi e cattivi

giudaballerino ha detto...

Molto bella. Davvero. Anch'io ho avuto questa sensazione, come se non avere addosso gli schizzi di sangue del nemico rendesse gli omicidi più accettabili. La guerra è un'atrocità sempre e comunque. Come si diceva tempo fa, basta con la guerra, senza se e senza ma.

Adriano Maini ha detto...

Fa' riflettere! Sì, fa' proprio riflettere a fondo!

Kylie ha detto...

Ci sembra sempre molto lontana, invece è vicina a noi più di quel che crediamo.
Chiediamoci per chi suona la campana...

Buona serata!

caramella-fondente ha detto...

Splendida...
"Chi per la patria muor, vissuto è assai!", scriveva un poeta della nostra epopea risorgimentale, con la stessa ipocrisia di chi, ancor oggi, riesce a plagiare intere generazioni di adolescenti avviandoli alla "morte eroica", noi, invece, preferiamo insegnare ai nostri figli che "un uomo, qualunque uomo, vale più di una bandiera, qualunque bandiera" (Eduardo Chillida). Dei militari e soprattutto dei civili ammazzati nel corso dei conflitti, abitualmente, si parla molto poco sia nella cronaca, sia nei libri di storia: i morti non contano nella storia, "u mortu non parra" (il morto non parla) recita un vecchio proverbio siciliano e, soprattutto, "i morti non raccontano la storia", come affermava Benito Mussolini (G.G. Ciano:”Diario 1939-43”).

fabio r. ha detto...

arrivare a rimpiangere le vecchie trincee è proprio un segno dei tempi...! è vero!

Alberto ha detto...

Siamo arrivati alla guerra come "spettacolo". Credo fermamente in un rinsavimento universale altrimenti ci stiamo avviando inesorabilmente verso la catastrofe definitiva.

Itsas ha detto...

i soldati che agiscono "sul campo di guerra" e che tornano a casa hanno gli stessi identici problemi dei soldati di "una volta"
si sentono alienati, fuori posto, hanno gravi problemi psicologici e allora ci inventiamo le varie "sindromi", che non sono nientaltro che la "solita" sindrome dell'animo dell'uomo che rifiuta la violenza, la morte, la guerra

per questosi sono inventati la "guerra virtuale", che fa gli stessi morti, che provoca la stessa violenza, ma visto che non si vede direttamente appare meno forte, con un minore impatto...

ma la guerra è una!

GM C ha detto...

Naturalmente conosco la trincea solo per quello che ho letto e visto nei film... ma l'odore, l'umido, la paura, il freddo... sono tutti in questi tuoi versi!
Poco tempo fa, seguendo un servizio sulla guerra del Vietnam in particolare e sulle guerre in generale, sentivo proprio che adesso, per evitare titubanze varie, i soldati vengono addestrati anche "virtualmente"... proprio come se fossero davanti ad un videogames... così quando vedono le sagome contro le quali sono allenati a far fuoco... scatta il riflesso condizionato dalla preparazione... e via!
Questo terzo millennio credo si stia portando dietro un'eredità di sangue molto pesante... sotto parecchi punti di vista!
Bravo come sempre Daniele ;)

Anonimo ha detto...

Daniele
hai perfettamente ragione!!!
Bellissima poesia...
oggi la guerra è subdola e strisciante per questo ancora piu' pericolosa!!

Un grande abbraccio
Ornella

Daniele Verzetti, il Rockpoeta® ha detto...

PER TUTTI; Grazie, davvero parole meravigliose che mi hanno rinfrancato l'animo. Vi abbraccio tutti moltissimo e con tutto il cuore

Daniele