lunedì 8 febbraio 2010

OPINIONE DEL ROCKPOETA: Atenei Per Molti, Ma non Per Tutti...

In premessa mi preme ricordarvi prima del post l'appuntamento di domani con la seconda puntata, con relativo video, della rubrica Rockpoeta On The Road (On line già stasera poco dopo la mezzanotte :-)))!)

Detto questo veniamo al tema del post di oggi.

Del panorama devastante dell'istruzione scolastica ne abbiamo spesso scritto e dibattutto. Del panorama universitario invece vorrei parlarne oggi anche alla luce di un interessante articolo comparso su La Stampa On Line

Una volta laurearsi era sinonimo di lavoro sicuro e spesso (essendo soprattutto i più benestanti, o meglio di figli di gente ricca ed importante a laurearsi) anche di guadagno importante.

Poi con il tempo l'accesso agli atenei é diventato più possibile per tutti. Laurearsi era ancora importante ma iniziava ad essere anche essenziale la scelta della facoltà poiché alcune iniziavano ad essere più "vincenti" di altre.

Oggi la laurea può non essere certezza di lavoro. Ma soprattutto oggi si sta assistendo di nuovo ad un progressivo arretramento un rinculare all'indietro per quanto concerne gli iscritti sia in relazione al numero che soprattutto all'estrazione sociale ( e quindi la forza economica) degli stessi.

Nonostante la laurea breve ed altri elementi inseriti per facilitare l'accesso agli atenei e far salire il numero di laureati nel nostro Paese (numero che resta tra i più bassi d'Europa ancora oggi) la situazione é ancora fortemente negativa.

Anzi, come si può vedere leggendo l'articolo sopra linkato, il numero di laureati é bassissimo e purtroppo é soprattutto bassa la percentuale di neoiscritti e laureati che non appartengano a famiglie economicamente abbienti.

E vero che molti, con l'inserimento della laurea breve, avranno pensato che fosse possibile avere più facilmente un pezzo di carta di una certa importanza, ma é anche vero che l'aumento delle tasse d'iscrizione anche a seguito dei tagli che gli Atenei hanno subito in questi ultimi tempi, hanno portato a far riconsiderare l'opportunità di studiare ancora e molti sono poi costretti a lavorare per provare a laurearsi.

Quindi un'Università che oltre a non assicurare un posto di lavoro, oltre forse a non preparare esattamente per il lavoro futuro, diventa, anzi, torna ad essere un qualcosa per pochi o forse anche per molti ma non più davvero per tutti. E non solo per ragioni di merito e capacità...
-----------------------------------------
Per Votarmi Su OkNotizie Clicca QUI

18 commenti:

Anonimo ha detto...

Vuoi sapere davvero come la penso?

L'università, nella maggior parte dei casi, è un enorme parcheggio. Migliaia di ragazzi parcheggiati in attesa di futura (dis)occupazione.

Poi, proprio il fatto di dover prendere un "pezzo di carta" dal mio punto di vista è degradante.

L'università dovrebbe essere un luogo di crescita e maturazione ma oggi, mi dispiace dirlo, è tutt'altro

upupa ha detto...

Carissimo...l'Università è il "luogo" dove nasce, cresce,si condivide e si diffonde la cultura...non sono una nostalgica ma credo che quel "luogo" dovrebbe essere il più adatto a questo scopo se...chi ci governa riconoscesse l'importanza della cultura...E' chiaro che oggi l'università non è più garanzia di lavoro ma di preparazione personale si...La cultura ( conoscenze,competenze,creatività,ricerca,desiderio di "sapere"...)è il futuro e la forza di un paese civile,senza di questa si resta in "panchina"...una panchina vuota e insignificante...Il potere costituito sa che con il sapere si rischia...perchè non si accetta il pensiero unico e tanto meno l'essere"addestrati"...allora si rende impossibile l'università con tasse super,con ricatti per gli esami,con minacce per chi non segue i corsi, vecchi e insignificanti, per i giovani di oggi non si danno possibilità di studio "spendibile" nella società...sono tantissime le difficoltà reali che incontrano ,ma perchè il sogno di tante persone è di tornare ai tempi passati:l'università solo per pochi!Quante battaglie sono state fatte per aprire l'università a tutti...si torna indietro!

Anonimo ha detto...

L'università italiana fa schifo.

Ecco, questa è la mia filosofia di pensiero spicciola al riguardo.

Io sono immatricolata in uno degli atenei italiani che funziona meglio.Mi riferisco alla categoria di quelli statali, non privati.
Comunque ci sono molte cose che non vanno!
Ma il problema economico non è poi tanto circoscritto all'ateneo Daniele!Il problema è il contorno.
Ok che le tasse sono alte.
Ma bene o male si riescono a pagare con uno stipendio medio in famiglia.Per i nullatenenti il discorso cambia, è chiaro.
Per i libri si riesce ad ovviare in qualche modo (fotocopie, prestito, libro di seconda mano...)
Il GRANDISSIMO problema sai qual è?
L'AFFITTO!
Case da schifo.Ti rifilano topaie e cantine, spacciandole per appartamenti, a prezzi esarbitanti.Il più delle volte in nero.
Zero controlli da parte della Finanza...E ti sto parlando del NORD, non del SUD.
Figurati che io ci vivevo di fronte alla caserma eheheh
Farei andare Brunetta e la Gelmini a farsi un giretto li.
Poi c'è il resto del costo della vita che io trovo equiparato, qui in Abruzzo, a quello del nord.Almeno nella mia zona.

In più condivido il pensiero di SR.L'università non è un luogo di maturazione personale e cresita culturale.Io mi sono dovuta sforzare per ottenere questo, ma ho fatto tutto da sola!
E se sono come sono, non è certo grazie a loro che, anzi sono convinta, la gente come me non ce la vogliono in ateneo.
E questo è ravvisabile dal tenore degli esami e delle lezioni...tutto studiato per esseri non pensanti limitati solo a ripetere in maniera meccanica e mnemonica una procedura.
Per non parlare di chi va li ANCORA per copiare come a scuola!
Ciò che mi spiace di più è che, con le dovutissime eccezioni, in linea di massima quelli che riescono di più (universitariamente parlando) è quel genere di persona che si adatta ed accetta tutto ciò.

Per quanto riguarda il lavoro, stendiamo un velo pietoso.

Scusa il commento infinito.

Anonimo ha detto...

*esorbitanti.Mi correggo.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER GUERNICA: molto interessante il tuo commento soprattutto nella parte in cui alzi il velo sul problema degli studenti fuori sede e dei prezzi degli affitti. E' vero anche questo é un altro gravissimo problema.

Lucien ha detto...

Più sento i commenti di chi la frequenta ora, più aumenta il mio disorientamento. Fra un po' toccherò con mano visto che mio figlio e nipoti probabilmente ci andranno.
Stiamo mandando i nostri ragazzi in un sistema scolastico sempre più malato ed dequalificato.

Anonimo ha detto...

Oggi laurearsi è diventato un'impresa più facile didatticamente, difficilissima economicamente. Io ho spesso desiderato poter terminare il mio corso di laurea, iniziato in tempi preistorici, ma non ne ho la possibilità perché costa troppo!

fabio r. ha detto...

facendo il confronto tra le nostre università "tipo" , escludendo le eccellenze, e le europee, ne veniamo fuori maluccio, e te lo dice uno che (a contratto, as usual..) ci lavora!

Alberto ha detto...

E quindi si ritorna a parecchi decenni fa, quando l'università era per pochi, gli stessi pochi di adesso che col titolo accademico troveranno subito posto perché sono figli del tal dei tali che è amico dell'altro tal dei tali. Se questo Paese è al palo lo si deve anche a questo.

Mk ha detto...

EppSono d'accordo con sr riguardo il parcheggio.Quando senti tanti ragazzi rispondere al che fai con sto all'università si evince che per loro è solo un alibi nel vuoto mentale di chi non sa che farsene della propria vita.Ovviamente ce ne sono di pari che vanno avanti spediti ma che poi catapultati nel mondo del lavoro prendono batoste.In un modo o nell'altro si è sempre illusi e si perde fiducia nel futuro.
Ciao Dani
mk

Gians ha detto...

Ho pareri contrastanti in merito della possibilità di frequentare proficuamente le sedi universitarie. Da una parte non aiuta il doversi stipare in aule spesso anguste e piene all'inverosimile dove sentire la voce del docente diventa cosa impossibile, dall'altra ci sta una parte di studenti che rende questa già grossa difficoltà, ragazzotti iscritti solo per far numero, facenti parte di quella elitè a cui mandare il pargolo all'università è questione di orgoglio, anche se il pargolo in questione altro non ha da fare che rompere le palle a chi vorrebbe seguire una lezione.

Gians ha detto...

...in merito alla...

Vincenzo Cucinotta ha detto...

Caspita che problema enorme che poni...
Ti dirò la mia. I problemi nascono soprattutto ai contorni dell'università. Intanto, gli studenti che arivano per iscriversi, sono del tutto impreparati, la scuola secondaria non li prepara per niente. So che la maggior parte di voi è giovane, ed è un vero piacere constatare come riusciate ad esprimervi correttamente per iscritto. Però, purtroppo, siete una minoranza, direi perfino un'eccezione.
Quindi, il punto di partenza è asolutamente insoddisfacente.
Andiamo ora al passaggio al mercato del lavoro. Altro problemone, perchè abbiamo fatto le lauree triennali, ma non abbiamo predisposto gli sbocchi professionali. Qui, esigono tutti la laurea magistrale. Si potrebbe dire che non è che i laureati non sono preparati per gli sbocchi professionali, è piuttosto il mercato del lavoro che non è pronto alle professionalità che abbiamo e che sarebbero utilissimi allo sviluppo della nostra nazione.
Per quanto riguarda poi il funzionamento interno, che dire? Io ritengo che tuttoggi l'Università sia comunque un'isola felice della società, anche se certo non mi nascondo quanti colleghi siano incompetenti, o anche francamente imbroglioni. Del resto, come potrebbe essere diversamente? Avete presente che parlamentari abbiamo? Se la società nel suo complesso è malata, come potrebbe l'università esserne esente? Mi fermo qui, il tema è troppo grosso per esaurirlo in un commento.

Alessandro Tauro ha detto...

Purtroppo quanto scritto nell'articolo aderisce perfettamente alla realtà.

Le università hanno subito un incremento delle tasse d'iscrizione spaventoso, dalle più costose alle più economiche, il numero di iscritti diminuisce di anno in anno, invertendo quella progressione virtuosa che ha caratterizzato gli ultimi 60 anni.

La scelta di tradurre le università da luogo di cultura e professionalizzazione a sforna-lavoratori evidentemente non ha pagato. Ed ha generato un meccanismo inverso.

Se ci si aggiunge il ritorno al sistema ottocentesco del tipo "luogo esclusivo per famiglie ricche e facoltose" il quadretto dipinto diventa un vero e proprio ritratto dell'orrore.

Sama ha detto...

La cultura per pochi è secondo me accompagnata da un altro obiettivo: scardinare i focolai di malcontento. Sono anni che gli intellettuali vengono demonizzati, etichettandoli come terroristi o sfaticati secondo necessità. Ora vanno più a fondo: gli intellettuali? Non devono esistere più. Insegnamogli a fare le veline e non a scrivere la musica. Insegnamogli a costruire un pozzo senza sapere cosa sia una falda. Che leggano pure la Divina Commedia senza però saperla interpretare. Insomma dalla massificazione, siamo passati all'automazione.

Daniele Verzetti, il Rockpoeta® ha detto...

PER VINCENZO CUCINOTTA: non ti nascondo che quando ho postato speravo che tu intervenissi vista la tua competenza nel settore. Ed il tuo commento ha confermato che il tuo intervento sarebbe stato molto interessante.

Concordo con molte cose che dici, e nel mio caso, l'università che ho fatto mi ha permesso anche di trovare docenti capaci (tranne qualcuno...) ma la mia sensazioni é che tra il mercato del lavoro che non recepisce nulla e tanto meno i mutamenti in campo universitario che tu hai sottolineato, tra la preparazione scarsa alle superiori ed anche cmq le problematiche che esistono e sulle quali l'articolo da me linkato pone l'accento, mi rendo conto che anche quell'ambiente ha molti problemi e viene sempre più attaccato per renderlo più debole.

and ha detto...

la mia esperienza con l'universitù fu pessima e infatti dopo appena quattro mesi, prima esame, mollai tutto, rischiando di fare la pelle al professore, giorgio rumi, anche membro del cda della Rai, se non sbaglio, oggi morto.
E nemmeno quello che mi racconta mia sorella, di 4 anni più grande di me, mi fa stare meglio.
bisognerebbe risolvere un sacco di problemi e non è certamente facile ma su una cosa sono convinto, ovvero il tenere il più possibile lontani i privati, fondazioni, eccetera dalle università pubbliche.

Silvia ha detto...

Ciao Daniele! Soltanto ora ho visto questo bel post e non posso fare altro che darti ragione...Purtroppo...