venerdì 29 gennaio 2010

OPINIONE DEL ROCKPOETA: Scambio Di Ruoli.

Parliamo di una news letta oggi sul quotidiano La Repubblica (edizione cartacea) a pagina 3.

La notizia credo cmq sia stata sicuramente riportata anche da altri quotidiani anche se on line non l'ho trovata (ad una prima e veloce ricerca, quindi poco approfondita) ed ai tg non l'ho sentita e quindi può essere passata molto velocemente.

Cmq Confindustria (organismo che ha a capo la Marcegaglia) ha votato a favore di un provvedimento per il quale gli imprenditori che pagano il pizzo, non lo dichiarano e non denunciano questa situazione, qualora vengano"scoperti", verranno subito sospesi o addirittura espulsi da Confindustria.

Io ammetto che nonostante il plauso di Tano Grasso (Pres. della Federazione Antiracket) che ha affermato a quanto pare che é una decisione giusta in quanto "Finalmente non vengono più giustificati gli imprenditori che con la loro aquiescenza rendono difficile la vita alle aziende che denunciano", resto perplesso.

Lavorare in certe situazioni, soprattutto al sud, é quasi impossibile senza pagare il pizzo. Denunciare il racket é giusto e va fatto, ma punire chi non ha il coraggio mi sembra assurdo. Assurdo, perché é assurdo punire la vittima e poi perché il coraggio per agire (gli atti d'eroismo non fanno parte del bagaglio dell'imprenditore quando inizia la sua attività) dovrebbe essere "incentivato" magari da uno Stato forte che poi arrestasse i criminali e non li lasciasse a piede libero con il risultato che poi chi ha denunciato il tutto rischia ritorsioni gravissime mettendo a repentaglio la vita propria e dei propri affetti. Mi sembra che questa decisione ponga in essere quasi uno scambio di ruoli: é l'imprenditore che é cattivo perché non ha il coraggio di rifiutare il pizzo per paura di pesanti ritorsioni

E' facile per gente come la Marcegaglia e Montezemolo votare una proposta come questa. Loro al massimo possono aver a che fare con le tangenti non con il pizzo. Il pizzo colpisce le piccole e medie imprese, e sono soprattutto queste ad essere più soggette a ricatti duri e senza via d'uscita.

Forse questo giro di vite io lo avrei visto più positivamente nei confronti di coloro che prendono tangenti o le pagano. Le tangenti sono un qualcosa che, di regola, si sceglie (e se non le prendi al massimo non lavori, che cmq non é una bella prospettiva, ma non si rischia la vita...). Il pizzo é una sorta di "tassa per esistere" e quindi a prescindere dagli affari che farai tu devi pagare una sorta di affitto del territorio, della zona in cui lavori.

Sono d'accordo sul fatto che il pizzo va combattuto, ma si deve partire dallo Stato e dalla garanzia che chi denuncia poi ottiene giustizia e non deve temere per la propria vita e per quella di chi ama.

Altrimenti mandiamoci Montezemolo e la Marcegaglia a fare gli eroi.
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24 commenti:

Ross ha detto...

Non so ai tg, ma online la notizia si trova, anche se un po' in secondo piano sui siti dei principali quotidiani nazionali.

Quando l'ho letta ho fatto le tue stesse identiche considerazioni. La cultura della legalità e il coraggio di essere onesti non è possibile imporli dall'alto, men che meno attraverso un sistema punitivo. Il lavoro che bisogna fare sul tessuto sociale, imprenditoriale ed economico contaminato dalle mafie deve partire dal basso, essere svolto in modo capillare sul territorio e venire condiviso dalla più ampia fascia di popolazione possibile. Per debellare il potere mafioso non servono degli eroi. C'è bisogno di un'educazione diffusa. Occorre prima di tutto che le persone siano istruite per coltivare una mentalità nuova di giustizia che si possa esprimere, prima ancora che in clamorose azioni di rivolta, in ogni piccolo e banale gesto quotidiano.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER ROSS: parole che sposo in pieno.

Alberto ha detto...

"Forse questo giro di vite io lo avrei visto più positivamente nei confronti di coloro che prendono tangenti o le pagano."
Daniele ma ti rendi conto? Quante aziende sarebbero sotto tiro? Eppure pagare una tangente non è come pagare il pizzo? In entrambi i casi chi paga lo fa perché altrimenti non avrebbe modo di lavorare.

Cappellaio ha detto...

Secondo me è proprio un problema di catena delle responsabilità. Non si hanno i mezzi (il coraggio?) per andare a contrastare il "male" dalle sue radici e per questo si risale la filiera e si colpisce chi paga il racket. I quali, questi ultimi, per sopravvivere non hanno alternative e quindi andrebbe profondamente messo in discussione il meccanismo di estorsione che ci sta dietro. E chi ne tesse le fila. Post molto interessante daniele!
saluti
Cappellaio

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER ALBERTO: Capisco, ma perché allora devono pagare proprio quelli che c'entrano di meno? E poi se si vuole un sistema non più marcio si deve agire; colpire chi le tangenti le intasca mi sembra giustissimo; chi le paga forse meno (salvo che non sia corruzione...)

Inoltre non si dovrebbe agire solo in ambito di impresa. Altri ed in altri settori sono anche i responsabili da punire ma ovviamente visto che si vanno a toccare spesso alte sfere anche politiche il discorso viene fatto cadere...

Gians ha detto...

Interessante pezzo, ora vado a cena poi ci torno, il tempo di una pizza e la rilettura dell'articolo. :)

Gians ha detto...

Premetto che non possiedo quasi alcuna conoscenze dell'argomento, o meglio la possiedo in quanto lettore. Detto questo l'odioso sistema "racketterizio" è quasi sempre assimilabile a culture di estrazione meridionale. Sotto un certo punto di vista, si potrebbe dire che la bassa scolarizzazione di queste zone, portano come conseguenza alla regola del più forte. Se questa regola venisse anche da una associazione imprenditoriale come quella presieduta dalla Mercegaglia, direi che ci si porrebbe alla stessa stregua di chi ricatta.

Vincenzo Cucinotta ha detto...

Quando si tenta di intervenire sulle estorsioni, si crea un gioco a cui partecipano tre distinte parti. Così, quando la Confindustria minaccia l'espulsione, parla prima agli estorsori che all'estorto.
E' un linguaggio adatto agli estorsori che in definitiva sono soltanto degli uomini d'affari. Il fine dell'estorsione è trarne un vantaggio economico, ma se la potenziale vittima resiste, l'estorsore può considerare la rinuncia come la soluzione migliore. Il silenzio è comunque la soluzione peggiore, perchè significa subire l'estorsione e rimanere soli. Bisogna denunciare il tentativo di estorsione e chiedere di ricevere appoggio dagli altri e dallo stato
Credimi, Daniele, denunciare come pretende la Confindustria non è un atto eroico, è l'unica cosa utile da fare.

Raimondo - Niente Barriere ha detto...

Hai perfettamente ragione anche se da tangentopoli ad oggi ha dimostrato che il pizzo e le tangenti non sono poi cosi lontane da essere paragonate ..e se non le paghi sei fuori dal mercato.
Le tangenti le vuole il sistema, mentre se non paghi il pizzo non solo non lavori ma corri seri rischi di finire all'altro mondo, insieme ai famigliari purtroppo.
Entrambi rappresentano il marcio della società, e bisogna educare la gente, i giovani alla legalità, oltre a fornire chi è vittima di entrambe gli strumenti che finalmente gli tutelino. E qui purtroppo che casca l'asino: gli strumenti sono miserevoli verso una vera piaga sociale che può sempre più, agire indisturbata sia sul piano giuridico che sul piano della sicurezza e del controllo del rispetto della legge.
Concludo con una battuta ..amara ..se in futuro avessimo la Marcegaglia Ministro dell'interno o ministro della giustizia... avremo fatto Bingo ...!! :(

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER VINCENZO CUCINOTTA: io non dico che é giusto non denunciare ma ammetto che purtroppo diventa un atto eroico se la denuncia non porta a nulla, se rischi che poi ti vengano a cercare e se la vita tua e di chi ami viene messa in pericolo.

Non spetta alla vittima sconfiggere il sistema del racket ma allo Stato. La vittima deve sentirsi protetta al punto tale da poter essere tranquilla che rivolgendosi alle istituzioni non rischi di peggiorare le cose.

Guarda certi imprenditori che sono sotto scorta: fanno una vita d'inferno e non sono sicuri che avranno giustiziaq. Aggiungo tra l'altro che sono cmq una minima parte di tutti quelli che forse la dovrebbero avere.

Io credo che se si iniziasse a rassicurare sul fatto che per questi reati chi viene arrestato resta in carcere, che anche i complici catturati seguirebbero la stessa sorte, sarebbe già un passo avanti. Spesso si ha paura perché si tratta non di singoli individui ma di organizzazioni che quindi se anche perdono un uomo sanno benissimo come sostituirlo. E qui dovrebbe entrare in gioco lo Stato garantendo sicurezza e protezione sempre a chi denuncia questi reati quando fosse provato anche il minimo rischio per il denunciante e le persone a lui vicine.

Perché anche chi ti sta vicino é minacciato. Io potrei anche decidere di mettere la mia vita in pericolo, ma é giusto che decida la stessa sorte per i miei affetti? Pensa ad una famiglia con bambini per es...

Ed allora ci deve essere uno Stato presente che arriva e debella questo cancro alla radice e seriamente anche ovviamente con l'aiuto di chi denuncia le estorsioni che ha subito.

La criminalità organizzata é molto ben radicata in quei luoghi e questo quindi non aiuta certo chi vuole essere coraggioso.

Pensiamo alla distruzione per esempio del negozio, o di un un capannone industriale... sono soldi, investimenti, prestiti che poi ti troveresti sul groppone senza, credo, nessuno che ti aiuta.

Se per es. ci fosse (chissà magari c'é ma non credo) una legge per cui chi denuncia un 'estorsione e subisce ritorsioni su cose, strutture e quant'altro della sua attività, le quali siano ancora in leasing, o per le quali si sia acceso un prestito, i debiti si estinguono automaticamente o si congelano per un certo tempo, già sarebbe un altro "incentivo"; Però poi vorrei vedere le banche a darli quei prestiti...

Insomma, ok é giusto denunciare, é, a mio parere, sbagliato costringere un soggetto in difficoltà a farlo, e sarebbe però auspicabile un massiccio intervento dello Stato per mettere le vittime del racket in condizione di essere aiutate più di quanto non lo siano in parte già ora.

A presto Vincenzo :-)))
Ciao!
Daniele

Pino Amoruso ha detto...

E' un periodo in cui ho poco tempo da dedicare al blog. Passo a leggervi appena posso e spesso non lascio commenti; così facendo recupero tempo e visito altri blog amici.
Buon fine settimana :)

Anonimo ha detto...

Caro Daniele,
è una giusta riflessione la tua e concordo pienamente con Ross. Bisogna lavorare per agevolare il coraggio e non solo da parte dello Stato ma in ogni possibile modo.
Ho avuto modo di conoscere personalmente qualcuno in Sicilia che era terrorizzato dalla mafia e dalle richieste di pizzo. Ricordo benissimo lo sguardo di quell'uomo, il suo senso d'impotenza ed il mio. Non è la paura che può combattere la paura.

Alessandro Tauro ha detto...

Personalmente condivido pienamente con il principio su cui si fonda il provvedimento di Confindustria. E in un certo senso rincuora anche vedere con quale fermezza si voglia colpire una delle abitudini (e delle principali fonti di reddito) della criminalità mafiosa.

Ma condivido ancora di più la tua disamina. E' vero, il pagamento silenzioso di una tangente, alla mafia o ad un amministratore corrotto, è una pratica drammatica da estirpare.
Ma nel primo caso, in quei territori dove lo Stato è assente per volontà o per manifesta incapacità, dove il massimo del lavoro consiste spesso e volentieri nell'operato isolato di qualche politico coraggioso o di qualche magistrato o ispettore ligio ai propri doveri, come si può chiedere alla cittadinanza, inerme e indifesa, di sostituirsi allo stato, di fare le sue veci, e dar vita ad una pericolosissima ribellione individuale?

Mi spiace, apprezzo il gesto, ma non funziona. Così non serve a nulla. Istillare nel cuore e nella mente di ogni cittadino una grandiosa dose di dignità è giusto e doveroso. Pretendere che costoro si sostituiscano totalmente allo stato e alla sua necessaria autorità contro la criminalità organizzata, è totalmente inopportuno.

Vincenzo Cucinotta ha detto...

Caro Daniele, io però seguito a non capire perchè tu metta l'intervento doveroso dello stato in alternativa alla denuncia individuale. Secondo me, sono cose che devono andare necessariamente assieme. Il fatto è che un'estorsione passivamente subita si tramuta immediatamente in collusione, e l'estorto, da vittima, diviene un fuorilegge, un oggettivo sostenitore delle mafie. Come non capire che, proprio perchè la mafia si propone come un potere alternativo allo stato, questo non può tollerare un muto accordo stipulato proprio in violazione delle norme di legge. Eppoi, pensare sempre che ci sia qualcun altro che possa risolvere i problemi, è un atteggiamento che oggettivamente rischia di renderli irresolvibili. Anche quando si va a votare, dovremmo quindi essere tolleranti per chi lo usa come valore di scambio invece che esprimere un'opinione? Dobbiamo entrare nella mentalità che l'eroismo, se vogliamo definirlo tale, è necessario nella vita di tutti noi: naturalmente, si tratta di intendersi su cosa intendiamo con eroismo.

Anonimo ha detto...

Sinceramente questa mi era sfuggita.

Concordo su tutta la linea.
E' assurdo.

indierocker ha detto...

giusto, saggia analisi.

anch'io, sentendo la notizia, ho pensato: "emma, va vaffanculo! tanto a te che ti frega!"
infatti a palermo, per chi conosce un po' il fenomeno, il pizzo viene chiesto di solito -per dire- al poveraccio che apre un bar, non al proprietario di una grossa clinica privata. perche' e' piu' facile farselo dare dal poveraccio, e non rischiare un "no" da un potente... un potenet che comunque ti ripaga molto di piu' in altro modo (appalti, subappalti, assunzioni ecc ecc). per dire, a berlusconi mica gli chiedono il pizzo...

Chit ha detto...

Che differenza c'è tra tangente e pizzo? Mi sfugge...

Daniele Verzetti, il Rockpoeta® ha detto...

PER VINCENZO CUCINOTTA: infatti, concordo con te. Denuncia e intervento dello Stato devono andare di pari passo.Il problema é che allo stato attuale delle cose di pari passo non vanno ed é lo Stato quello in difetto. E' tutto qui il problema; io e te credo che stiamo dicendo la stessa cosa: io non pongo le due cose in alternativa dico che mancando la parte in cui lo Stato fa il suo, costrignere l'individuo a fare obbligatoriamente e ad un prezzo carissimo, la propria, non lo trovo corretto.

Poi sono il primo che invito da qui tutti coloro che sono vittime del racket di denunciare, di cercare di porsi in posizione protetta per poter agire contro questi viscidi esseri. Ma pretendere atti d'eroismo a fronte di uno Stato pressoché assente, non mi sembra giusto.

PER ALESSANDRO TAURO: "Istillare nel cuore e nella mente di ogni cittadino una grandiosa dose di dignità è giusto e doveroso. Pretendere che costoro si sostituiscano totalmente allo stato e alla sua necessaria autorità contro la criminalità organizzata, è totalmente inopportuno."

Ottima sintesi del mio pensiero.

PER CHIT: la tangente spesso riguarda anche soggetti che non sono per forza di cose legati alla criminalità organizzata e rifiutarla porta a perdere quell'appalto ma non la vita o l'attività.

Il pizzo lo paghi alla mafia, alla camorra ecc... e questi lo pretendono per il solo fatto che tu sei sulla "loro proprietà".... Loro proprietà? Il suolo pubblico non é loro! E la violenza e le minacce con cui portano all'esasperazione famiglie intere lo trovo disgustoso.

La tangente, per l'idea che mi sono anche fatto nel tempo, spesso é un do ut des uno scambio di favori e diciamo che cmq chi la paga ha poi anche la possibilità di "scaricarla" su qualcun altro.

Poi; che in certi casi la tangente si avvicini come concetto al pizzo, per la sua "obbligatorietà" risaputa, é vero. In tal caso la differenza tra i due "istituti" é minima. Ma esiste ed é nelle ripercussioni, gravi in entrambi i casi, ma di entità differente.

minervabianca ha detto...

purtroppo dimentichiamo che le mafie hanno potenti agganci all'interno dell'amministrazione statale...non è facile denunciare sapendo che non si riceverà alcuna protezione.
Il papà di una mia amica è stato ucciso 2 anni fa perchè non voleva pagare il pizzo...chi l'ha aiutato?

Anonimo ha detto...

Sono assurde queste misure prese tra
l'altro da persone completamente esterne a certi ambienti...facile dire...poi hai visto quell'imprenditore in Calabria che ha denunciato ed ora è costretto a "non" vivere e cioè a vivere sotto scorta e lavora solo con commesse estere??

Lo stato deve essere presente non con questi balzelli....ma VERAMENTE!!!

Un abbraccio
Ornella

Bruno ha detto...

Concordo al 100%. In certi casi denunciare più che eroismo è follia, con la certezza matematica di gravi ritorsioni.

Bello anche il pezzo sotto.

luce ha detto...

Carissimo, anche a me la notizia mi ha lasciata sconcertata, prima di tutto perchè quando questo provvedimento in embrione fu adottato dalla confindustria sede siciliana si gridò allo scandalo e alla "estorsione" di dovere, e poi perchè non tiene conto degli intrecci fortissimi che la criminalità ha sul territorio.
Se uno non paga il pizzo rischia non solo l'attività ma la vita sua e dei suoi cari.
Ah e poi mi sorge una domanda:anche le ditte che faranno il ponte di Messina saranno così lige al dovereda denunciare eventuali pizzi? Noo, quelle sono già ditte speciali...
Io sono meridionale e vi posso assicurare che lo Stato viene visto come una cosa lontana e inefficace non soltanto dagli imprenditori ma da tutti.
Credo che la cosa migliore sarebbe prima di tutto creare un rapporto di fiducia tra stato e territorio per non arrivare ad estremi provvedimenti che non giovano a nessuno.
E poi a sto punto leindagini volte a trovare gli imprenditori omertosi non sono le stesse per beccare gli estortori?Si dovrebbe fare come per l'usura con il Fondo per l'usura.
Ti dirò di più:esiste già a Palermo una cartina che si chiama "Pizzofree" dove sono indicati gli esercizi che hanno detto no alla mafia,che adesso verrà diffusa in tedesco per incentivare il turismo...sono rimasta senza parole.
E' questo lo stato delle cose in una citta come Palermo che è una citta fatta di persone coraggiose ogni giorno che meritano di più, senza dubbio, anche la nostra ammirazione.
Un abbraccio.

il mio nome è mai più ha detto...

Sono d'accordo: i piccoli imprenditori, dai quali si pretende una prova di coraggio estrema, dovrebbero essere tutelati in maniera serrata, e avere una scorta.
Solo così, forse, si riuscirebbe ad arrestare i farabutti che campano alle spalle della povera gente.

Carmela ha detto...

Anche la Marcegaglia è una venduta che si è data al governo per pochi spiccioli (si fa per dire naturalmente), il suo gruppo ha affittato per 40 anni ad un milione di euro l'anno (40 in tutto) l'immobile enorme con albergo a 5 stelle, parco, piscine e attracco in mare per 600 natanti di lusso, che era stato costruito alla Maddalena per il G8 che poi si è tenuto all'Aquila e che a noi era costato più di 300 milioni di euro...fare pagare la paura del pizzo ai piccoli imprenditori è facile, mettere a segno delle ruberie del genere in Italia è altrettanto facile...vergogne italiane!...ciao Daniele...