mercoledì 19 novembre 2008

L'Angolo del Rockpoeta: "Le Sedie del Disonore"

Il 19 novembre di cinque anni fa compro Repubblica.

Il giorno prima si erano svolti i funerali di Stato per i caduti di Nassiriya

Erano eroi, li si celebrava in questo modo quando in realtà forse erano solo vittime.

Eroe è colui che sacrifica la sua vita per salvare altri sapendo di farlo in quel momento. Loro avevano subito un agguato ed erano morti purtroppo vittime di "una missione di pace".

Eroi, lo Stato li considerava tali. Quindi massimo rispetto per loro ed i loro familiari, compagne, figli.... giusto? Sbagliato, ma proseguiamo con questo racconto che presto si capirà il perchè di questa mia risposta...

Repubblica il 19 novembre 2003 fa un articolo in terza o quinta pagina ora non ricordo bene, su questo funerale e, da esso, si evince una cosa "curiosa".

Molti parenti o persone care di questi eroi (mogli, figli, compagne, fratelli, genitori) lamentavano il fatto di non essersi potuti mettere in Chiesa vicino alla bara del loro caro.

Motivo? Mancanza di seggiole.

Giuro! So che sembra incredibile dato che la Chiesa non era una chiesetta di campagna ma La Chiesa di San Giovanni Laterano a Roma ma le sedie mancavano.

In un primo momento avevano pensato di mettere in prima fila le autorità. Poi questa idea assurda fu subito messa da parte un po' come quegli alunni che scrivono alla lavagna "abbasso la maestra" salvo cancellarlo prima che arrivi...

Nonostante tutto, il patatrac non fu evitato e le sedie... mancavano!!!!!

Perchè vi posto oggi questo ricordo? Perchè credo che sia anche questa una importante data da ricordare.

Una data che dimostra come lo Stato ha finto di celebrare veramente questi soldati Italiani, ed ha solo cercato di alzare una cortina fumogena (idolatrandoli come eroi) per poi distogliere l'attenzione da una sola cosa: c'era una guerra laggiù e non una missione di pace.

Come si possono rispettare dei caduti se non si rispettano in primo luogo i loro cari che li piangono?

Io quel 19 novembre 2003 scrissi questa poesia, poesia edita, che vi voglio postare anche oggi per ricordare davvero e con il cuore quei soldati.

Io che non li considero eroi, io che li considero vittime, io che però li rispetto e li piango sul serio.

Le Sedie del Disonore

Aggiungi un posto a tavola...

Quando si finge pietà per i morti
E non si rispetta il diritto al dolore
Di chi resta.

Il Dolore della Gente
L'unica Verità.

DANIELE VERZETTI, ROCKPOETA

49 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo post spiega quindi anche perchè non ho postato nulla la settimana scorsa....volevo aspettare oggi.

PS: verrò presto a fare il giro dei vostri blog. Scusatemi ma in questi giorni ho tempo solo per aggiornare il mio.

Ma entro sabato (io spero prima!!!) farò il giro di tutti voi con il piacere che provo nel leggervi e l'attenzione che tutti voi meritate e che vi dedico solitamente.

Ciao
Daniele il Rockpoeta

guglielmo ha detto...

La retorica è una delle malattie inguaribili della nostra politica...

Anonimo ha detto...

Ipocrisia,solo ipocrisia.

Grazie Daniele per aver postato questo post che condivido e per la tua sensibilità.

ciao,
aria

Anonimo ha detto...

Spesso, nel postare dei pensieri a ricordo di fatti che hanno scosso il nostro paese, si corre il rischio di passare per ipocriti o retorici. A mio avviso il ricordo ha senso quando ce lo sentiamo dentro, in qualsiasi momento, non solamente per le ricorrenze anche se indubbiamente servono anche quelle perche' altrimenti per certi fatti ci sarebbe solamente il dimenticatoio.
Un caro saluto
Dona

BC. Bruno Carioli ha detto...

Vivere senza retorica, affrontare le cose per quello che sono, conoscere la pietas.
Ecco la lezione che viene dal tuo post.
Come sempre denso di significato.

Pellescura ha detto...

questa cosa delle seggiole è davvero emblematica

Sileno ha detto...

Abbiamo smarrito "I VALORI" e con i valori, anche la capacità di indignarci.
Abbiamo innalzato l'immagine a sostituire i valori e l'immagine si costruisce e si può cambiare un istante dopo che è servita allo scopo.
Anch'io ricordo i caduti di Nassiria come vittime e non come eroi e ai loro congiunti tutta la mia solidarietà.
Sileno

Anonimo ha detto...

PER SILENO: "Abbiamo smarrito "I VALORI" e con i valori, anche la capacità di indignarci.
Abbiamo innalzato l'immagine a sostituire i valori e l'immagine si costruisce e si può cambiare un istante dopo che è servita allo scopo."

Ecco, queste parole sono perfette e sintetizzano magnificamente il nostro triste e squallido momento storico.

Anonimo ha detto...

Mamma come è cruda la tua poesia. Cruda ma realistica. Quando la poli
tica non è più politica ma spettacolo, anche il dolore viene usato, anche le vittime, non eroi, vengono strumentalizzate.
P.S.
In questo periodo sto traslocando e, per qualche settimana avrò problemi di connessione, abbi pazienza, arriverò

ziorina ha detto...

Dici bene.. "c'era una guerra e non una missione di pace"...
e la storia delle sedie la dice lunga riguardo all'importanza dell'apparire scavalcando il rispetto del dolore.
Bellissima la tua poesia, come sempre riesci a sintetizzare i fatti comunicando forti emozioni in chi legge i tuoi versi.
Buona giornata.

Anonimo ha detto...

E' tabù dire che si trovavano in guerra, ipocritamente le chiamano missioni di pace.

cieloblu ha detto...

Chi fa le "GUERRE"... non glie ne importa nulla di mettere le sedie non erano le LORO persone care!
Credi che chi sta al potere sento lo stesso dolore?....
Non credo proprio tanto è vero che li hanno definiti "EROI" per lavarsi la Coscienza!!!
Baci a presto

Aliza ha detto...

apprezzo e condivido il tuo post, non conoscevo questa cosa delle sedie, anche per me sono vittime.
ciao A.

Franca ha detto...

Io li considero vittime sul lavoro, alla stessa stregua dei tanti, troppi, che ogni giorno perdono la vita al lavoro...

Arthur ha detto...

Concordo in pieno questa analisi.

Sono tutti un branco di ipocriti figli di puttana.

enne ha detto...

Vittime o eroi (ma la parola vittima è più giusta), non riesco a dimenticare che ci fu chi inneggiò a "10,100, 1000 Nassiriya".
Quasi peggio che lasciare i parenti senza sedie, non trovi?
Ciao, Daniele.

Anonimo ha detto...

PER LA BISLACCA: ci sono due differenze abissali però.

Nel caso a cui tu fari riferimento in primis sono degli estremisti che affermano cose che sono assurde e unire il loro pensiero a quello di gente di sinistra sarebbe a mio avviso scorretto come se si paragonasse un elettore di Centrodestra a quei "simpaticoni" di Forza Nuova per es....

In seconda battuta, è grave che un Governo che li celebra da eroi (mentre chi urlava quegli slogan almeno era coerente, ossia li avrebbe perfino lasciti maricire laggiù forse) poi dimostri tutta la sua ipocrisia in un fatto come quello da me raccontato.

Poi che sia grave quello slogan e che sia vergognoso solo pensarlo, sono d'accordo con te ovviamente.

Anonimo ha detto...

Carissimo, la tua poesia centra direttamente il problema:non si ha rispetto del dolore della gente: sano, autentico, terribile e onesto eper fare la "bella" figura istituzionale del piffero!!
Povera umanità delle apparenze!

Un saluto affettuoso, anima Grande che sei

Dario (Italianoallestero.com) ha detto...

Daniele bellissima poesia, complimenti, mi piacciono i pensieri brevi, profondi ma duri, senza ghirigori barocchi.

La mia opinione sul tema:
Non è una missione di pace.
Sono forze armate che occupano un territorio straniero.
Rispetto alle persone, come a tutte, poco a ciò che rappresentano.
Blogger

PS. Scusa ma latito, sono molto occupano, scrivo anche poco sul blog.
A prestissimo

Jane (Pancrazia) Cole ha detto...

La tua analisi mi sembra perfetta.

Io tutte le volte che sento parlare di Nassirya vado con la mente anche a quella donna, a cui è stato negato il diritto di partecipare alla commemorazione al Vittoriano. Poiché era "solo" la convivente di una delle vittime e non la moglie.
Una "non vedova"!

Sergio ha detto...

D'accordo sulla definizione di eroi; si può affermare che non esistono eroi in quanto, anche nei casi limite, c'è sempre un fattore fisico o psicologico che condiziona l'azione dell'"eroe".
Non sono certamente eroi i centomila di Redipuglia.
Su questo argomento ho trattato su un mio post relativo al 4 novembre (quest'anno ricorreva il 90° anniversario della ..."vittoria") Clicca qui

Chit ha detto...

Parlando di Nassiriya Daniele i motivi per indignarsi credo si sprechino.
Dalla mancanza delle sedie, alla (più grave) mancanza delle regole di 'sicurezza' essendo il deposito a portata di autobomba anzichè sul retro, al fatto che questi sono eroi solo sulla carta. Mi fermo qui e lascio il link se avrai voglia (e stomaco) per leggerlo:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/06_Giugno/02/nassiriya.shtml

Sesamo ha detto...

Bene, comprendo, i versi dicono alcune cose, la prosa altre ancora: posso affermare che la prosa va oltre e codifica un ragionamento che si ferma ad una fredda analisi dei fatti? Ti spiego: lo Stato a parole chiama eroi i morti di Nassirija nei fatti li ridicolizza togliendo le sedie ai loro cari. Tu li guardi come vittime, solo così, e secondo me togli loro molto di più. Perchè vedi il problema non sono le sedie ma il giudizio a monte: eroi o no? Stessa cosa per il concetto "missione di pace", anche se per un militare da che mondo è mondo e sotto qualsiasi bandiera, morire al proprio posto è un gesto da eroe. I commenti poi seguono la tua stessa falsariga e, dulcis in fundo, c'è anche qualche giudizio, Franca, che definire impietoso è dire poco. Ho capito comunque che per nessuno di voi si tratta di eroi: vittime ecco il termine adeguato o, per i più colorati di rosso, "caduti sul lavoro" Ma io ti chiedo e vi chiedo: gli operai morti bruciati alla THYSSEN di Torino non erano eroi? Chi muore facendo il suo dovere secondo me ha un quid diverso da chi come noi sta qui seduto e disquisisce e distinque; non è una persona come tutti noi, ha una dignità diversa. Mi spiace per me è un eroe.

SCHIAVI O LIBERI ha detto...

Non so Daniele, alla fine li ritengo vittime e carnefici. Molti di loro si sono fatti ammaliare dai soldi, e chi piange il milione di vittime irachena per una missione sbagliata?
Per carità, rispetto. ma eroe è chi si rifiuta di combattere come quei soldati italiani rimpatriati tempo fa.

Raimondo - Niente Barriere ha detto...

Ecco perché...
Ho ancora i brividi se ricordo...
bisogna togliergliele quelle sedie a certa gentaglia!!!!

Revocata dal Levi la Legge Ammazza Blog - vieni a vedere e commentare sul mio Blog questa importantissima notizia apparsa in comunicato stampa pochi minuti fa

un saluto da Raimondo

Anonimo ha detto...

quando i veri valori vengono soppiantati dall'ipocrisia...
cos'altro ci si può aspettare?
Un caro saluto...
Fly

Anonimo ha detto...

Come per molte altre situazioni lo Stato deve fare solo scena e cerimoniale.

Pino Amoruso ha detto...

Grazie caro Daniele per aver ricordato i caduti di Nassiriya.
Troppo spesso in Italia dimentichiamo i nostri connazionali che perdono la vita nel nome di una missione di Pace.

Ciao
Pino Amoruso

DS ha detto...

non posso che essere d'accordo. nessuna parola letta mi è sembrata fuori posto.
complimenti.
tommi

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER ANONIMO: eroe è colui che sa di fare qualcosa per salvare altri.

Qui non è questione di ideologie ma, secondo me, di significato della parola.

Se come loro, subisci un agguato e muori non hai compiuto nessun atto eroico.

Sono vittime, meritano un profondo rispetto ma non sono eroi.

Vittime sul lavoro: sì perchè come quelli della Thiessen sono stati mandati a "lavorare" in condizioni non giuste: missione di pace ed era una guerra. Erano in guerra e non erano attrezzati ed addestrati mentalmente per esservi (erano carabinieri non esercito vero e proprio) ecco perchè vittime sul lavoro.

Non credo che definirli tali sia togliere loro qualcosa.

Anonimo ha detto...

PER CHIT: ho letto l'articolo che mi hai linkato.

Di fatto nessuno ha interesse a ricordarli in concreto. Solo parole e forse neanche tutte vere a leggere quell'articolo.

Resta l'amarezza alla quale si aggiunge un profondo senso di vergogna per quello che vediamo oramai sotto i nostri occhi o quasi e che sembra solo peggiorare giorno dopo giorno.

Silvia ha detto...

Si ricordo anch'io...
Soprattutto ricordo che non erano stati assegnati posti a sedere per le compagne non sposate...
Bel rispetto sia per i morti che per i vivi!

Ciao Daniele!

Silvia ha detto...

Si ricordo anch'io...
Soprattutto ricordo che non erano stati assegnati posti a sedere per le compagne non sposate...
Bel rispetto sia per i morti che per i vivi!

Ciao Daniele!

digito ergo sum ha detto...

il dolore della gente è l'unica verità.

stracazzomimchia se ti voglio bene.

Blog su blogger di Tescaro ha detto...

Si lo stato li definisce eroi per scusare l'impatto delal morte in una missione inutile che vantaggia solamente l'america.

Damiano Aliprandi ha detto...

Condivido il tuo pensiero, anche io piango questi morti per una guerra ingiusta. Perchè loro sono stati presi ingiro, pensavano di andare ad una missione di pace. E invece era un terreno di battaglia.
Credevano di essere accolti bene, e invece erano considerati degli occupatori.

Pingo loro perchè se vedete, sono tutti ragazzi del sud. Perchè molti di loro hanno scelto quella vita perchè è rimasto l'unico posto fisso, dove puoi mantenere la tua famiglia e sopravvivere.

Daniele, parla uno che ha fatto quasi tre anni di volontario nelle forze armate. Ma come puoi capire, vivevo in un enorme conflitto interiore, e alla fine ho rischiato e ho abbandonato quella squallida vita.

Anni persi, anni inutili.

Romina ha detto...

Concordo: non sono eroi. Sono vittime che meritano il nostro rispetto.
Quanto allo Stato, deve definirli eroi per giustificare la missione compiuta, e anche per "motivare" chi eventualmente intraprenderà la medesima strada. Lo stato deve far retorica.

enne ha detto...

Hai ragione sull'incoerenza del governo,Daniele, ma non mi è sembrato di aver parlato di estremisti paragonandoli alla sinistra in generale.

Anonimo ha detto...

Li hanno semplicemente usati fino all'ultimo, come hanno fatto prima, hanno fatto anche dopo e
non ho dubbi che nell'incranchenita anima di quegli esseri ci fosse e ci sia sempre, lo squallido interesse di apparire quello che non sono.

Loro,Eroi no, vittime sicuramente, vittime di scelte politiche scellerate ed ipocrite. E vittime forse di scelte personali fatte in buona fede sicuramente, degne per questo di rispetto incondizionato
ma che personalmente non condivido. Detto questo, il ricordo più sincero a questi uomini che non sono più tra noi e un abbraccio a chi li amava e oggi soffre.

fratello vento ha detto...

sai daniele. io sono compaesano di uno dei agenti di polizia morti il giorno del sequesto di aldo moro.. nel giorno dei funerali locali, le panche della nostra chiesa erano quasi tutte "prenotate" per i tanti politici che comme avvoltoi erano presenti alle esequie per fare la loro bella figura...mio nonno andò a sedersi proprio in questi posti riservati: arrivò un tale e disse a mio nono di togliersi perchè non era un autorità, mio nonno restò seduto lì dicendo che tanto siamo tutti uguali..anche noi un giorno finiremo nella bara che stiamo aspettanto!! anche io penso che a nassiria ci sono state delle vittime e non eroi..

Paolo Biserni ha detto...

completamente daccordo con il tuo pensiero.
Un saluto e complimenti.
Buon fine settimana.

B-29 ha detto...

Ciao,
trovo estremamente sensata la tua distinzione fra eroe e vittima.
Spesso ci si fa prendere dall'onda emozionale di facili rigurgiti retorici.

riri ha detto...

Ciao Daniele,sempre grande nelle tue "esternazioni toccanti"!!
Ti abbraccio,a presto rivederci.

marina ha detto...

Daniele, forse dovrei farmi gli affari miei, ma non ci riesco. Secondo me quando sei conciso, stringato, secco, raggiungi effetti davvero intensi e parli per tutti noi.
grazie, marina

Sesamo ha detto...

Daniele, ognuno si tiene strette le sue opinioni e qui mi pare che tutte siano convergenti. Bene io non convergo, ritengo che i nostri soldati sono lì per motivi di controllo e di interposizione tra fazioni in lotta; non devono conquistare nulla, portano cibo e medicine, scuole e libri...e un sorriso. Quale guerra? Cosa devono vincere? Definire i morti di Nassirjia vittime è qualcosa di talmente triste e scandaloso che io non trovo parole adeguate. C'è una tua commentatrice che li ha paragonati a caduti sul lavoro: e questo mi fa incazzare ancora di più! Ma perchè un operaio che muore lavorando onestamente per portare il pane a casa, lavorando in condizioni vergognosamente e colpevolmente pericolose, cosa diavolo è? E' un eroe, secondo me lo è in assoluto; il concetto di "fare qualcosa per salvare gli altri" non è esaustivo e nemmeno conclusivo nella definizione di eroe. Concludo dicendo che in Italia le sedie si tolgono proprio per questa allegra e disinvolta cognizione sui termini e le situazioni, si tolgono perchè non si ha più rispetto. Nemmeno per i caduti sul lavoro se non appartengono a certe parrocchie. Si tolgono le sedie perchè si sta più comodi in poltrona e in compagnia.Io sto in piedi e a capo chino.

Anonimo ha detto...

PER ANONIMO: Eroe (dalla Treccani lol) è colui che compie un gesto importante (te la riassumo ma basta prenderla in mano) sia in guerra che in altre situazioni

Per es. in senso figurato anche chi ha inventato la pennicillina potremmo considerarlo eroe.

Ma non possono essere eroi coloro i quali pur se in guerra non hanno compiuto delle azioni e dei gesti coraggiosi tali da aver salvato vite o cmq aver messo scientemente la propria vita a rischio per altri.

Credo però che si debba "rivalutare" il concetto di vittima.

Chi viene ucciso o subisce qualcosa di orribile e quindi è vittima di un sopruso, deve ricevere da parte nostra rispetto, dignità e considerazione proprio perchè non si deve rispetto solo agli eroi.

E' facile rispettare un eroe, più difficile sembra nel mondo di oggi provare rispetto e dare dignità ad una vittima.

Credo che in parte diciamo la stessa cosa solo che tu ritieni che li si debba chiamare eroi mentre io penso che "tecnicamente" eroi non lo siano, forse alcuni di esse che hanno tentato di salvare qualche loro compagno, ma non sono tutti indistintamente eroi.

Questo non deve togliere loro il nostro rispetto, amore e non deve sottrarre loro dignità.

Ciao
Daniele

Carmine ha detto...

si infatto sono vittime, viviamo purtroppo in una societa dove sembra tutto falso, tutto non esistere, è tutto un luogo dell'immaginazione, in quelli che vogliono credere ai sogni e di quelli che invece piangono coloro che non ci sono più

ArabaFenice ha detto...

ipocrisia, retorica dello Stato, su questo hai ragione te.
forse sono solo vittime, ma io li considero eroi perché non sapevano che stavano per morire ma sapevano che sarebbe potuto succedere. In un territorio come quello si vive con il senso di insicurezza e bisogna avere qualcosa di eroico per conviverci. Ma non è questo il punto: il punto è che, vittime o eroi, sono perdite che fanno male.
Ecco perché odio l'ipocrisia dello Stato ma molto di più odio chi per quella morte ha esultato, chi ha gridato l'osceno slogan "1, 10, 100 Nassirya" nascondendosi dietro una bandiera di pace.

ArabaFenice ha detto...

Ho letto solo ora il commento di Bislacca che in pratica anticipato quello che ho scritto. Pensavo che sarei stata l'unica a parlare di un certo aspetto.