giovedì 22 novembre 2007

LE INTERVISTE DEL ROCKPOETA: Vita da Poliziotto.

Certo che me le vado un po' a cercare :-)))

Faccio un "memè" come amo definirlo attribuendogli un accento che non ha, dove dico che non mi sento un intervistatore e dopo solo un post che ti faccio? Un'intervista! E per di più ad una persona che per il lavoro che fa diventa anche delicato intervistare di questi tempi. Ma io amo le sfide se ancora non si era capito e quindi sono onorato di poter scambiare quattro parole con PASQUALE EMOLO, Agente di Polizia originario di Napoli ma che vive e lavora a Latina, bravissimo blogger (vi suggerisco di andare a leggere il suo blog che porta il suo nome e che vedete linkato tra i miei preferiti) oltre che scrittore (sempre sul suo blog potrete trovare il suo libro conoscerne il titolo ecc...).

Le ragioni di questa intervista possono di primo acchito essere evidenti a tutti ma in realtà questa mia decisione non nasce dall'eco derivante del particolare momento in cui viviamo, in relazione a certi fatti che vedono poliziotti implicati in situazioni non proprio limpide, ma piuttosto dal mio ferreo prinicipo per il quale non si deve mai fare di tutte le erbe un fascio se si vuole davvero capire come sono le cose nella realtà.

Io, e chi mi legge da più tempo lo sa, non sono mai stato tenero con le forze dell'ordine quando è stato necessario (dalle vicende sulla Diaz a Bolzaneto, alla vicenda inerente il Presidente della Regione Liguria Burlando fino ad arrivare al poliziotto che ha ucciso Sandri) ma ho anche sempre difeso coloro che il lavoro lo fanno onestamente e che si trovano a fronteggiare in aree disagiate una delinquenza feroce nonchè un'assenza dello Stato assolutamente palese e ignobile che li abbandona da soli in balia degli eventi.

Ora, vi lascio all'intervista in attesa dei vostri commenti e del vostro pensiero.

Daniele Verzetti, Rockpoeta.


INTERVISTA:

ROCKPOETA: Iniziamo in modo semplice: Nome Cognome e.... numero di matricola LOL! Scherzo, in realtà ti chiedo solo di presentarti, dire chi sei che interessi hai da quanto fai l'agente di polizia se sei sulla strada o hai un ruolo più investigativo... insomma una breve introduzione su di te; mi sento in dovere di aggiungere che questa sarà una delle poche domande semplici che ti troverai a fronteggiare penso :-)))


PASQUALE EMOLO:
Il mio nome è BOND, Pasquale Bond…scherzo, ma i miei quindici lettori me lo concederanno! Pasquale Emolo è Agente Scelto della Polizia di Stato (sulla carta Assistente, ma attende il grado che in genere arriva un po’ in ritardo rispetto alla decorrenza). Sono entrato in Polizia a 19 anni e adesso ne ho trenta.

Mi piace scrivere ed ho scritto un romanzo breve che non parla di Polizia. Tempo fa ho scritto un libro per bambini dove veniva presentata la figura del Poliziotto di Quartiere. Il libro è stato stampato e distribuito in economia nelle principali Questure italiane. Per sei anni sono stato Operatore di Volante, in cui sono specializzato, avendo frequentato con esito positivo un corso di preparazione che si tiene alla scuola di Polizia Giudiziaria di Pescara. Nel mio curriculum c’è anche un corso antiterroristico, nucleare, biologico e chimico, che ho frequentato con esito positivo a Milano presso un nostro istituto.

Queste cose non le dico per vanità ma per meglio rispondere alle successive domande che mi attendo. Per capirci l’operatore di volante è quello che arriva prima sul posto quando si chiama la Polizia tramite 113. E’ uno dei lavori più delicati: si è dei veri protagonisti dell’emergenza. In pochi secondi devi prendere la decisione più giusta per tutti. Se sbagli, paghi in prima persona e fai pagare anche altri.

Attualmente lavoro al Commissariato Viminale di Roma, dove faccio in particolare servizi d’Istituto che vuol dire un pochino che lavoro con gli stessi turni su una serie di servizi diversi, che va dalla vigilanza agli obiettivi sensibili, all’autoradio che è una volante di quartiere.

Per quanto riguarda la vita privata il prossimo 26 novembre mi laureo in lettere (e anche questa non è vanità ma serve per quello che mi chiedi dopo), sono single (e forse anche un po’ per il lavoro che faccio, altrimenti perché dovrei dirlo in questa sede?), vivo solo, non lontano dai miei genitori e mio fratello, il quale fa il mio medesimo mestiere. Aspiro a pubblicare nuovi romanzi e poesie. Credo di aver finito, se non contiamo che amo il teatro e ho recitato per la Federazione Teatro Amatori Italiana per anni 8, anche sotto la direzione di Luca Barbareschi che dirige il Teatro Gabriele D’Annunzio di Latina. (lo ammetto, questa è una vanità).


ROCKPOETA: Come seconda domanda permettimi di entrare subito a "gamba tesa" chiedendoti come sia possibile che accadano cose come quelle della Scuola Diaz a Genova.

PASQUALE EMOLO: E qui viene il difficile. Rispondere in modo esaustivo, senza compromettere la dignità del mio mestiere e la professionalità dei mie colleghi, e senza dimenticare di essere prima di tutto Pasquale Emolo.

Allora, diciamo che quello che rispondo non è un modo per giustificare e né per accusare, che non mi sembra il caso. Il fatto è che molte persone hanno pensato bene di manifestare in modo violento quanto avrebbero potuto dire come persone civili e che in tutta risposta hanno avuto violenza. Una violenza che per quanto riguarda la Scuola Diaz sembra gratuita agli occhi di tutti. Basti pensare che quando in quel periodo andavo alla Facoltà di Lettere della Sapienza per fare un esame, su tutte le pareti della Facoltà vi erano solamente foto che ritraevano Poliziotti che picchiavano o bloccavano dei manifestanti, che in quella occasione non sembravano all’occhio di chi guardava né irruenti, né facinorosi, ma poveri disgraziati caduti sotto i colpi del sistema ( e non era così).

Mi piace dire in questa sede che non tutti i poliziotti sono di destra, che essere di destra non vuol dire essere violenti o rifarsi al “fascismo” – che è un termine storico e basta e come tale dovrebbe essere visto – e che a mio avviso, da puro lettore dell’accaduto, visto che non ero lì in servizio, un'idea me la sono fatta: è stata la nostra “arancia meccanica”. La violenza nata dai manifestanti ha invaso i cuori e la mente di chi, prima di indossare una divisa, è anche e soprattutto un uomo e può prendere una decisione sbagliata. Una violenza che ha mutato il nome in repressione, quella che hanno provato i poliziotti che dovevano subire insulti, sputi, aggressioni e via dicendo. Pertanto, chi ha dato quell’ordine di invadere la Scuola non ha fatto vendetta, ma voleva solo che si comprendesse che la polizia c’era e non per star zitta e prendere pugni e calci o permettere che si distruggesse una città, bensì per sgombrare ogni forma di violenza e di inciviltà. E’ stato usato, a mio avviso un metodo forte, che è stato bollato come squadrismo. Non è così. Ci sono stati degli errori in molti comportamenti (non si può d’altronde pretendere di prevedere ogni mossa di ogni poliziotto), ma l’ordine di entrare nella scuola è stato dato per prelevare personaggi che avevano nei pomeriggi messo a soqquadro la città e per dimostrare che la polizia era presente e pronta a difendere il cittadino civile e rispettoso che avrebbe manifestato senza violenza, come andrebbe fatto.

Prima di chiudere l’argomento mi piace fare due riflessioni:

- Avete mai pensato a quanti manifestanti civili si sono ritrovati nella mischia e per questo indagati per qualche reato? Bene. Credo di si. Allora pensate a tutti quei poliziotti onesti che ancora oggi pagano un avvocato con i loro soldi per portare avanti i processi nei quali si ritrovano imputati anche solo perché erano lì. Pensate che se erano Agenti Scelti rimarranno tali ancora per molto tempo perché come pena non possono passare di grado, non possono essere scelti nei concorsi etc. Pensate a cosa si prova ad essere indagati quando si lavora per la giustizia.
È una cosa che fa male dentro. Tutta la gente ti addita. Ti guarda come un cane randagio da cui difendersi. Lo stress psicologico è indicibile. Disilluso e disincantato pensi che non valga nemmeno la pena vivere, perché facendo quello che fai rischi più del delinquente.

- Quando passerò in Via Giuliani, con mio figlio per mano potrò dirgli: “Vedi caro figlio questa è Via C.Giuliani, un uomo che si è distinto nella storia del nostro paese perché ha trovato la morte accidentalmente per mano di un carabiniere.” Mio figlio mi dirà “E cosa ha fatto di importante?” ed io risponderò: “Nulla di che: manifestava contro il potere delle multinazionali, con un passamontagna e con un estintore in mano, assaltando una gip dei carabinieri.”
Come mi guarderà il piccolo?


ROCKPOETA: Un'altra domanda è come sei entrato in Polizia? Ed ancora come si fa ad entrare nella Polizia? Molti dei miei lettori penso risponderebbero... "con la classica raccomandazione!" E' così?

PASQUALE EMOLO: Ho frequentato il liceo classico, dove ho appreso che Cicerone oltre che un grande oratore era anche un amatore di ragazzini. Le mamme di quei ragazzini erano felici che il grande avvocato li frequentasse, visto che allora l’omosessualità era cosa normale. Cicerone li educava come avvocati e li “raccomandava”, parliamo di quasi 2000 anni fa. Il giorno successivo agli esami di maturità tutti i miei amici andarono al mare.

Per me lo studio era appena cominciato. In tre mesi mi sono preparato su 1300 test attitudinali e culturali. Entrai come militare, rispondendo ad un questionario assai difficile di 80 domande in quaranta minuti. Il mio voto fu 7 su dieci. E come me e più di me ce ne erano tanti.

In polizia si entra sicuramente per merito per quanto riguarda la selezione intellettuale, morale e psicologica. La vera tagliola è la visita medica. Puoi essere perfetto, ma basta un tatuaggio per tornare a casa. Quindi a parità di merito chi ha una voce dietro le spalle potrebbe – e attenzione ripeto POTREBBE – essere preferito. Inoltre la polizia assorbe nel suo organico anche dall’esercito e il mio caro amico e collega che di voci dietro le spalle non ne aveva è stato preferito a tanti altri perché già sottotenente nell’esercito. Non si tratta di raccomandazione in questo caso, ma si tende a prendere – anche se sembra brutto a dirlo – il prodotto migliore. In alcuni casi il prodotto migliore va a casa, perché magari non ha quella vocina alle spalle. Può succedere.

Tuttavia mi piace affermare una cosa: la polizia si è evoluta e ha tra i ranghi laureati e laureandi (non parlo di bonus e convenzioni solamente, adottate da università piccole per incrementare il numero degli iscritti e rimpinguare le casse).

Ha migliorato negli anni i corsi di preparazione. Si è avvicinata alla gente. Ha elevato il quoziente intellettivo e culturale dei suoi uomini. Molti anni orsono il poliziotto non sapeva scrivere. I magistrati un pochino se la ridevano a leggere i verbali d’arresto.
Un aneddoto carino: “QUANDO SIAMO ARRIVATI SUL POSTO IL CADAVERE ERA MORTO!”. Ovviamente qualcuno e ripeto SOLAMENTE QUALCUNO scriveva anche così. Oggi la polizia come Istituzione ha degli uomini preparati, che ci sia una minor parte un pochino meno preparata è questione della legge della vita. Ovunque è così.


ROCKPOETA: Hai mai avuto notizia, sentito dire o visto con i tuoi occhi comportamenti di tuoi colleghi non consoni alla divisa che indossavano, insomma, per essere più diretti, atteggiamenti volti a manifestare abusi di potere o casi di poliziotti corrotti? Ed in caso lo scoprissi come ti comporteresti di fronte ad un tuo collega corrotto o che ha cmq tenuto comportamenti contrari alla legge? Lo denunceresti o prevarrebbe lo "spirito di corpo"?

PASQUALE EMOLO: Se mai è accaduto che il mio collega abbia avuto davanti ai miei occhi un comportamento poco consono è stato da me subito richiamato all’attenzione e avvertito e in qualche caso segnalato ai superiori. In ogni caso se il comportamento dal poco consono diventasse reato, anche se non mi è mai accaduto, sarei il primo a denunciarlo ai superiori perché prendano provvedimenti.

ROCKPOETA: Ed i tuoi colleghi come si comporeterebbero secondo te nella stessa situazione?

PASQUALE EMOLO: La maggior parte dei miei colleghi avviserebbe l’individuo che per quanto ha fatto sarà segnalato. Chi di questi chiuderebbe un occhio sarebbe già complice e quindi ce ne vorrebbe un terzo per segnalare entrambi, come prima o poi nella polizia avviene. Dopo undici anni di servizio ho notato una cosa. Ogni tanto qualcuno di noi fa le valigie e va a casa. Significa che il meccanismo interno funziona adeguatamente e che chi sbaglia e non può indossare una divisa prima o poi perde questo lavoro e nei peggiori dei casi sconta la pena per quanto commesso.


ROCKPOETA: Una cosa che io odio è fare di tutte le erbe un fascio, ed è per questa ragione che ti ringrazio di cuore per questa intervista: Mi dai la possibilità di dimostrare che non eistono i "buoni" ed i "cattivi" ma che in tutte le professioni come nella vita ci sono persone buone ed altre meno. Puoi descrivermi la tua giornata e cmq parlare di cosa vuol dire davvero fare il poliziotto, anche senza essere in luoghi più a rischio come, forse, nel meridione? E come ci si sente quando il proprio lavoro viene mandato in fumo da prescrizioni vergognose o ancora da scandalosi cavilli legali?

PASQUALE EMOLO:Comincio col dire che non bisogna andare nel meridione per essere a rischio. Il poliziotto è a rischio solamente perché indossa una divisa. A Siena non molto tempo fa due carabinieri trovarono la morte nel chiedere i documenti a due ragazzi su un motorino. E Siena è stata definita per la terza volta città più vivibile di Italia sotto tutti gli aspetti. Il rischio comincia nel momento in cui indossi la divisa e non a seconda di dove lavori.

Per quanto riguarda la mia giornata da poliziotto, basta fare un conto matematico molto semplice: io personalmente svolgo il turno in quinta. Questa dicitura indica che ogni quattro giorni di lavoro faccio un giorno di riposo e il tutto si articola così: primo giorno dalle 19.00 alle 00.00; secondo giorno dalle 13.00 alle 19.00; terzo giorno dalle 07.00 alle 13.00, quarto giorno dalle 00.00 alle 07.00; quinto giorno riposo.

Questo vuol dire che il giorno che lavoro di mattina, la sera a mezzanotte vado di nuovo a lavorare e quindi la mattina ventura dormo, perché ho fatto la notte. Non tutti i turni delle forze dell’ordine sono regolati così e poiché questi non sono coperti da segreto d’Ufficio li ho citati.

Il poliziotto con undici anni di servizio come me, in questi turni ha visto minimo: una trentina di morti per incidente stradale; una ventina di suicidi messi in atto in ogni modo e forma; centinaia di diverbi tra due persone o liti familiari; ex-mariti che perseguitano le mogli, ex- mogli che sottraggono i figli anche nei giorni in cui è il marito ad averne diritto; malati di HIV che si tagliano le vene in nostra presenza minacciando di toccarci; un numero imprecisato di barboni e pazzi; un numero imprecisato di stranieri atti a delinquere; un numero imprecisato di italiani atti a delinquere; almeno una decina d’interventi per rapina in atto, dove all’interno della banca vi sono persone armate; un numero imprecisato di sopralluoghi di furto; un numero imprecisato di manifestazioni e così via. Parlo di appena undici anni di servizio.


ROCKPOETA: Di cosa avreste bisogno per poter fare al meglio il vostro lavoro?

PASQUALE EMOLO:Credo che potremmo vincere il giorno che la gente non ci inquadri come categoria e il giorno che la concretezza sarà preferita all’immagine. Molto tempo fa a striscia la notizia un carabiniere denunciava la mancanza di benzina, ma se vai alla Stazione termini i poliziotti hanno quel mezzo a due ruote di cui disconosco il nome che costa quattromila euro.
Allora, prima di tutto ci servono i computer e divise più adeguate, poi il mezzo a due ruote, capisci?

La gente poi, come dicevo, non può pensare che il poliziotto sia un fustigatore o un “multarolo”. Il poliziotto applica la Legge, la gente dovrebbe lamentarsi delle Leggi non di chi le applica.
Quindi abbiamo bisogno di maggior fiducia e di essere visti anche singolarmente come uomini che fanno un mestiere. Voglio dire: non puoi odiare me e chiamarmi assassino mentre mi adopero per far scorrere il traffico durante un incidente stradale, solamente perché un mio collega meno di una settimana fa ha ucciso ingiustamente e preciso anche involontariamente un giovane di 28 anni.
Che c’entro io con quell’errore umano prima che “poliziesco”, “poliziottesco”.


ROCKPOETA: Sai, a questo punto dell'intervista molti dei miei lettori, ma io per primo, si chiederanno come sia possibile che non siano tutti come te! Mi spiego, la sensazione che si ha, facendo una statistica degli incontri avuti da tutti noi, me compreso, con poliziotti ma anche carabinieri sia chiaro, è che tanti di loro siano molto meno sensibili di come sei tu e molto più vicini come comportamento, a coloro a cui devono dare la....caccia! Insomma spesso si ha la sensazione che se non mostri i denti (sempre nel rispetto della legge ovviamente) siano pronti anche ad avere comportamenti fuori luogo; ti potrei portare parecchie testimonianze a sostegno di quanto ho appena "detto". Mi chiedo da cosa nasca questo atteggiamento così apparentemente diffuso.

PASQUALE EMOLO:Ti ringrazio per il complimento ma tengo a precisare che come me – sempre che come me sia cosa buona, come tu dici – ce ne sono molti. Purtroppo qualcuno di noi può risultare meno sensibile, perché una vita come quella che ho descritto prima può rendere duri, antipatici etc: tuttavia penso una cosa: la divisa è una lente di ingrandimento. Amplifica il tuo carattere. Quindi è come se tu mi avessi chiesto: Come mai uno è prepotente e l’altro docile, come mai uno è simpatico e l’altro antipatico e così via. E questa è una domanda che devi fare a Dio, non a me.


ROCKPOETA:
Hai mai fatto servizio dentro gli Stadi? E come si riesce se non si è un po' "bastardi" come loro a picchiare chi ti attacca con ferocia pari alla loro (magari solo pari eh!)?

PASQUALE EMOLO: Per carità non devi essere né violento né bastardo come dici tu. Deciso, sicuro e militare. Perché in quelle occasioni devi avere fermezza e il carico delle tue responsabilità.

Si ho fatto servizio nello stadio spesso. In particolare il campionato di calcio del 1999-2000 l’ho vissuto ogni maledetta domenica. E quelle domeniche allo stadio ci andavo a prendere sputi, calci e offese.

A questo proposito mi piace raccontare una cosa. Quando ci furono le violenze dei tifosi inglesi, i cosiddetti hooligans, un mio superiore fu preso da una decina di loro e picchiato a sangue davanti ai miei occhi. Io che ero il più anziano al momento, lo guardavo negli occhi per chiedergli con lo sguardo se dovevo intervenire con una nuova squadra.

E questo deve già dirti molto: anche in un occasione del genere io non potevo prendere iniziative che avrebbero fatto scaturire eccessi mediatici e politici. Lui mi fece cenno con la mano di non preoccuparmi per lui ma di badare all’arma che lancia i razzi lacrimogeni che purtroppo nella mischia era caduta a terra. Questo sai che vuol dire? Che ha preferito prendere le botte piuttosto che avere addosso il carico ed il peso di aver smarrito un lancia lacrimogeni. Comprendi? Se la gente comprendesse questo tipo di problemi interiori che ha il poliziotto rifletterebbe molto di più.

Io ovviamente con una nuova squadra sono intervenuto lo stesso. Ma quello è carattere. Non ho dato ordine di caricare perché non ne avevo i poteri, ho solo avvicinato il mio superiore e acchiappatolo per il bavero trascinato via, mentre un gruppo mi faceva scudo davanti.

Poi ho recuperato l’arma. Lui lo sai che mi ha detto? Testuali parole: “SEI UN COGLIONE! Dovevi pensare prima all’arma. Se tornavamo in Ufficio senza di quella, io e te saremmo andati in galera!”.


ROCKPOETA: Domanda a tema libero: Rispondimi ad una domanda che non ti ho fatto e che avresti magari voluto ricevere. Insomma un modo più elegante per dirti "fatti una domanda e...dacci una risposta" LOL

PASQUALE EMOLO: A cosa serve un poliziotto nel duemila? A regolare un tessuto sociale che nonostante i duemila e più anni di storia occidentale, continua ad essere marcio. Una serie di individui che vuole vivere senza regole a danno degli altri. In questi casi il poliziotto è il nostro migliore amico. Non uno che ci fa le multe o ci picchia allo stadio.

ROCKPOETA: Ti ringrazio di cuore per questa opportunità che mi hai dato: In bocca al lupo per tutto.

PASQUALE EMOLO: Ringrazio te e lo spazio che mi hai concesso, desiderando un’intervista. Tengo a precisare una cosa importante e doverosa: LA POLIZIA DI STATO non è a conoscenza di questa intervista e pertanto le mie parole sono da ricondurre solo alla mia persona, ovvero ad un ragazzo di trenta anni che fa il poliziotto da undici. Grazie.

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Davvero, a mio avviso, un'intervista significativa per scoprire aspetti a noi sconosciuti di una vita da Agente di Polizia e per comprendere meglio i pensieri e le sensazioni che anche uno di loro prova.

Daniele Verzetti, Rockpoeta

54 commenti:

Franca ha detto...

INORRIDISCO!!!

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER FRANCA: Siamo in un Paese democratico e tutti hanno il diritto di Replica

io confermo che ho visto polziotti fare cose assurde ma anche ultras e soggetti non in divisa fare lo stesso.

Questa persona si è messa con nome e cognome in prima persona per dire quello che pensava e merita rispetto totale.

Daniele Verzetti Rockpoeta.

Anonimo ha detto...

Una piacevolissima intervista Daniele, una gran bella idea! Una fotografia di una professione difficile, dove l'errore è sempre dietro l'angolo.... dove magari è ancora difficile raccontarsi e raccontare il proprio lavoro. Soprattutto ho apprezzato la schiettezza di Pasquale nel "vestirsi" di parole, lontano da quella divisa di luoghi comuni, con piglio da scrittore vero... ciao

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Aggiungo che la mia posizione assolutamente critica sull'intervento alla Diaz è a te Fraanca ed a tutti coloro che mi leggono da un po' di tempo, ben nota e colgo l'occasione qui per ribadirla.

Ciò non toglie che tutti abbiamo il diritto di dire quello che pensiamo sia la verità ed esprimere il nostro punto di vista.

Pino Amoruso ha detto...

MI è piaciuta l'idea dell'intervista. In Italia c'è sempre la tendenza a generalizzare; se sbaglia qualcuno, a pagare non deve essere l'intera categoria. Non dimentichiamo i poliziotti,carabinieri,ecc. che hanno perso la vita per poco più di mille euro al mese.
Buona serata

Anonimo ha detto...

Mi sento ancora di aggiungere che nel mio commento non mi sono volutamente soffermato sulle sue opinioni di merito, in riferimento ai noti fatti di cronaca. Credo che l'intento di Daniele fosse semplicemente quello, attraverso un'intervista, di raccontare una storia. ciao

Anonimo ha detto...

Vedi Daniele?
Quell'"innoridisco" di Franca fa pensare che non sono stato letto come PASQUALE EMOLO che fa il Poliziotto;
Credo che "inorridisca" perché le sono venuti in mente persone che indossano una divisa e che non si comportano come dovrebbero.
Quindi le è venuta in mente una categoria.
Questo è il problema: siamo lavoratori come qualsiasi altro lavoratore. Tra noi c'è chi fa bene il suo mestiere e chi no, come negli altri lavori.
Pasquale Emolo

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

A maggior ragione questa intervista doveva essere fatta.

Io stesso non condivido alcune tue visioni più "positive" dell'arma ma credo che il confronto sia e debba necessarioi e fatto con i toni sereni per quanto possibile.

digito ergo sum ha detto...

Le storie di vita vera vanno sempre vissute e capite. Io ne sto fuori. Il pericolo, così, sulla pelle non l'ho mai vissuto. Per commentare occorrerebbe essercisi trovati in tali situazioni. Non mi sento, però, di essere d'accordo con ogni passaggio delle risposte dell'intervistato. Giudicare? Mai. Riflettere? Sempre. Un abbraccio

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

oncordo con te Digito. Anche io su certi punti ho un'opinione diversa ma accetto l'opinione di chi, anche come persona e blogger, mi ha mostrato una onestà intellettuale ed una sincerità che credo vada ascoltata e compresa; il tutto poi maturando la propria convinzione sui temi trattati. Credo che vada anche detto che quello che però succede negli stadi e fuori dagli stadi sia qualcosa che non dipende da loro e credo che non si debba dimenticare quanto accaduto a Raciti tanto per fare un esempio.

Aggiungo che, a mio parere, è un'intervista di una persona che cmq fa bene il suo lavoro e che ha il diritto di far sentire la sua voce e quella di una categoria che, pur avendo anche avuto in un passato recente molte colpe, non è composta in toto da mele marce.

Concludo dicendo che era anche il caso di dare voce a quegli agenti che invece il loro lavoro lo fanno bene e per questo motivo non fanno assolutamente notizia.

Anonimo ha detto...

Bella intervista; mi sembra giusto in una questione così controversa, dare voce anche a questa persona, che ha la cultura e gli strumenti per parlare a nome di tanti poliziotti onesti e in buona fede.

Anonimo ha detto...

Caro Daniele,
ho letto l'intervista un'altra volta e mi sono reso conto che non ho detto due cose per me essenziali:

- il poliziotto, prima come cittadino e poi come poliziotto, lavorerebbe meglio se ci fosse la certezza della pena.
- non tutti i poliziotti fanno questo mestiere per vocazione. Io ad esempio volevo fare il militare in Polizia e poi andar via, ma alcune cose mi hanno fatto rimanere, tra queste la certezza di un impiego dignitoso che mi faceva vivere ( in tempi in cui è dura trovare lavoro) e molti aspetti delle forze dell'ordine affascinanti, come ad esempio la criminologia e via dicendo. Così ho finito coll'aspirare a farlo meglio di chi invece ne aveva la vocazione. Dico aspirare perchè non spetta a me giudicare come lo faccio.
- a me piace tanto quella frase di Pier Paolo Pasolini, intellettuale che adoro: IL POLIZIOTTO E' IL VERO PROLETARIO.
- grazie al mio impiego ho potuto pagarmi gli studi universitari e migliorarmi
Grazie, ci tenevo a fare questa integrazione.

Chit ha detto...

Giusto dare spazio e voce a tutti e assolutamente cotrario a fare di tutt'erba un fascio.
Bravo Daniele che hai dato voce a Pasquale, non vorrei però fosse l'eccezione che conferma la regola... :-S

Anonimo ha detto...

Ritengo che la quantità di rabbia che ha creato in me sia direttamente proporzionale alla qualità della tua intervista. Grandiosa intervista

Anonimo ha detto...

Per Chit: se alludi a me, ma non penso, dovresti sapere che non sarà l'eccezione che conferma la regola :-)))

In questo blog per chi ha voglia di andare un po' più indietro c'è un post con una poesia per Raciti. "Artigiani del Delirio" il titolo.

Non ho mai avuto timore a dar voce ed a postare su temi scomodi dicendo la mia opinione non partitica ma assolutamente personale :-)))

Anonimo ha detto...

Grazie Andrea e benvenuto!!!

Marco Paperini ha detto...

Ciao Daniele, complimentoni: hai fatto una bellissima intervista toccando proprio il nodo della questione che, secondo me, non viene mai toccato.
Non credo che esistano poliziotti (o Carabinieri) che al mattino escano di casa pensando che ci torneranno avendo ucciso qualcuno. Credo, al contempo, che esistano, sì, dei giovani che in nome di un distorto ideale escano di casa, si organizzino in gruppi e cerchino di uccidere (o fare seriamente male) nei confronti di quelle forse dell'ordine.
Questa è, secondo me, la prassi.
Ovviamente l'irregolarità, la fatalità o il lassismo vanno giudicati per quello che sono, criticamente e in modo imparziale.
Vorrei aggiungere che tutti si ricorderanno del Carabiniere del G8 come di colui che ha ucciso e Carlo Giuliani sarà sempre il giovane che è stato ucciso: raramente (mai!) si ricorderà che quel ragazzo aveva un estintore in mano e lo stava lanciando verso coloro che non avevano responsabilità della rabbia tremenda che si portava dentro.

PS: Colgo l'occasione per invitarti (invitarvi) a lasciare un commento nel mio blog, quando ne avrete voglia.

Cristina ha detto...

Quanti pensieri, come si può riassumere in un commento quello che suscita questa intervista.
Intanto bravo per l'idea e bravo anche al tuo interlocutore che ha risposto con semplicità e sincerità.
Sono tante le considerazioni che si possono e si debbono fare visto che ci hai regalato questa grande opportunità, ma quella che mi viene in mente così,a caldo è che è un gran bene ascoltare gli altri,mettersi nei loro panni, un gran bene.

A te una stima che cresce, cresce..
;)

ps grazie per il tuo commento.

bigbruno ha detto...

Bravo Daniele dell'idea e bravissimo Pasquale nel mettersi in gioco in un momento tanto particolare. Premetto una cosa: vivendo in un paese abbastanza piccolo, ho un'esperienza delle forze dell'ordine molto diversa dalla stragrande maggioranza di voi. Per quello che mi riguarda li considero persone che fanno un lavoro assai difficile e delicato, e devono sicuramente avere delle doti non comuni. Voglio (e devo) credere che il ns Pasquale insieme a tantissimi colleghi sia la regola, e gli altri, una piccola minoranza, l'eccezione. Ovunque, in qualsiasi categoria, esiste la piramide della valenza, della bontà, della sensibilità, e certo anche fra Poliziotti e Carabinieri. Pasquale... da parte mia ancora complimenti e continua su questa strada, che va bene. bb

Leonardo B. ha detto...

Ciao a tutti

Una professione difficile, gia´ detto. Intervista piacevole, gia´detto. Aggiungo un momento di crescita per molte persone, capire cosa significa mantenere l´ordine quando si e´ parte di quell´ordine.

Dover pensare a tutte le conseguenze, le priorita´, i malintesi mentre d´altro canto si deve anche "agire" nel luogo del sinistro o del crimine. Sapere di esser tenuti a dimostrare la propria determinazione in quanto rappresentanti dello Stato. Interessante anche la parte in cui in modo abbastanza franco si parla della faccenda alla Diaz (episodio sciagurato, ma che era inteso a prelevare i colpevoli dei giorni passati).

Io ho avuto modo di incontrare in Kossovo non i poliziotti ma i Carabinieri. Ho parlato con quadri scelti, come del resto e´ anche Pasquale, e ne emerge una preoccupazione (non si rida perfavore) "pastorale" nei confronti non tanto del fermato quanto del pubblico o del "panorama umano" in cui si interviene. Si e´ persone (capaci di passioni), agenti (tenuti ad agire, a dare risultati) e simboli (suscettibili di essere travisati, volontariamente magari, per ogni titubanza o eccessiva diligenza).

I commenti di quanti dicono "ma allora non sono tutti bestie..." mi fanno sorridere ma un po´ mi deludono. Sono un po´ superficiali verso persone che avrebbero potuto scegliere tante altre professioni ma hanno scelto questa soprattutto per generosita´.

Va anche detto che nell´agente esistono anche aspetti della mentalita´ marziale e "rettiliana", che possono portare a conclusioni tipo Colonnello Kurtz di Apocalypse now. Dover dimostrare di avere il cosiddetto "monopolio della violenza" e´ quanto di piu´ brutto possa capitare, ma non e´ da escludere in situazioni limite. Basti leggere qualche manuale di strategia militare (il classico Von Clausewitz, uno dei pochi che ho letto ;-) per capire che si possono esplicitare i propri limiti senno´ si incoraggia la parte avversaria a d oltrepassarli.

Leonardo B. ha detto...

Scusate , sono un po´ verboso, volevo solo fare ancora i complimenti all´intervistatore e d intervistato.
A tratti mi sembrava di leggere il Libro Cuore.... ciao.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

No problem "Gran Calma"

Non esiste un limite di spazio ai commenti.

Benvenuto su questo blog torna ancora a trovarmi!!!

Ciao
Daniele

desaparecida ha detto...

Sto cercando di scrivere qsto commento, ma nn mi è facile dire qllo che penso o qllo che sento,senza accalorarmi e provare un forte dolore verso qllo che è successo durante il g8.
Leggere "metodo forte" e "errori nei comportamenti",è come ricevere 2 schiffi in faccia mentre si dorme;sminuire così la violenza di quei giornimi mi fa profondamente incazzare;ma è 1 incazzamento sordo che nn voglio approfondire xchè mi pulsa dentro e nn voglio,stanotte, avere piccole emorraggie.
Immagino, Pasquale ,che x te,l'intervista sia stata nn semplice, però voglio sottolinearti 1 cosa:ognuno di noi mette 1 parte di sè in ciò che fa,x nn alienarsi e provare almeno 1 minimo di soddisfazione.Qndi nn credo ci sia 1 totale distacco tra la categoria e la persona.Con qsto credimi nn voglio parlare di identificazione,nè voglio spodestare discorsi che parlano del singolo e della massa(anche se qsto nn è poi tanto lontano xchè il singolo grazie all'anonimato si fa trascinare dalla massa).Voglio solo dire che dato che qsto è uno di quei mestieri che si fa con passione,presuppone 1 adesione ad una forma mantis che cmq(come in qlsiasi cosa)condizione la visione di ciò che accade e il conseguente modo d'agire!
Nn avevo voglia di riflettere ma nn mi sono trattenuta dal farlo....grazie e buonanotte

desaparecida ha detto...

naturalmente volevo dire "forma mentis"

Giovanna Alborino ha detto...

ho apprezzato tanto l'idea di daniele di fare un intervista simile, ed anche del poliziotto che si e' presentato in prima persona...visitero' anche il suo blog.
non dimentichiamo che i poliziotti sbagliano, ma mettono anche a rischio la loro vita tutti i giorni, quindi non vedo perche' se si parla di poliziotti, di stranieri, c'e' un accanita violenza contro, e se si parla di italiani, non sempre!
la nostra colpa? appartenere allo stao italiano, perche' non possiamo almeno avere un adeguata giustizia.
ciao
gio

Anonimo ha detto...

Daniele, con questa intervista sono stati affrontati temi molto delicati e di certo non basta un semplice commento per replicare.
Posso solo dire che a mio avviso è sbagliato in ogni caso rispondere alla violenza con altra violenza, se lo fa un tutore della giustizia è ancora più grave perchè dovrebbe dare innanzitutto il buon esempio.
E' una grande responsabilità e per questo un agente per prima cosa dovrebbe distinguersi per il proprio valore morale, non per l'uso di un'arma.
Un saluto.

Mimmo ha detto...

Grande Daniele!
...la tua intervista è di una semplicità disarmante...ma anche molto vera e appassionata.
Fotografa una realtà che vede sempre più distanti delle categorie umane che non si ascoltano più....e dimenticano che DIETRO ogni divisa, ogni lavoro, ogni incarico...c'è un uomo!

Grazie a te e all'amico di...Latina! Wow...mi sento a casa! :)

Luca Zerbato ha detto...

Daniele, grande idea, grande intervista, ottimo spunto per riflettere.
Cercando di tenermi lontano dai bagni ideologici, vorrei dire che sono portato, in linea di massima, a schierarmi con le forze dell'ordine. Ho profondo rispetto di chi porta la divisa, e Pasquale Emolo mi ha semplicemente ricordato il motivo per cui ne ho rispetto.
Commenti come quello di Franca, che onestamente non mi sarei mai aspettato, denotano come sia impossibile, per certe persone, vedere gli uomini e le donne che stanno dietro la divisa, le loro paure e le loro fragilità, le umiliazioni cui sono sottoposti spesso e volentieri da sedicenti tifosi o facinorosi da manifestazione. Si guarda all'atto singolo senza riflettere su quale possa essere il significato ultimo dei comportamenti di un tutore dell'ordine.

E credo sia proprio questa delegittimazione il problema più grande che devono affrontare ogni giorno poliziotti, carabinieri, e forze dell'ordine in generale.

Buona giornata.
Luca.

Gianfranco Guccia ha detto...

Caro Daniele, passo per un saluto veloce, anche se sono attualmente preso da impegni che mi tengono lontano dal tuo, ed altri blog che frequento, desidero scrivere qualche parola per commentare questo tuo ultimo post: argomento interessante, da te trattato con professionalità ed un'obiettività davvero fuori del comune.
A Pasquale Emolo (visiterò il suo blog)va tutta la mia solidarietà per la sua attività che, sono certo, svolge con equilibrio e senso del dovere.
A causa del mio lavoro, sovente, vengo assistito dalle forze dell'ordine, che mi hanno sempre consentito di svolgere le mie mansioni in tutta sicurezza, ed in questa sede esprimo a loro tutta la mia gratitudine ed il mio sostegno morale.
Un carissimo saluto a Te ed agli altri Visitatori che hanno postato i loro commenti.
Gianfranco

Unknown ha detto...

Dietro ogni divisa c'è un uomo. Un lavoratore fra i più impegnati, e pieni di responsabilità. Non sono soggetti ma ogetti della violenza di quanti, sempre, hanno premeditato questa violenza. E' disumano pensare che non possano difendersi, se necessario, e fronteggiare i facinorosi per riportarli all'ordine. Quando hai davanti qualcuno che con sbarre di ferro minaccia la tua vita, devi difenderti. E se nel momento in cui ti difendi si dice che rispondi alla violenza con la violenza, non si capisce che, al limite, si tratta di salvare la propria vita per riportare l'ordine. Credo che nessuno che abbia la coscenza tranquilla debba aver paura delle forze dell'ordine. Io personalmente, quando sono stato in contatto con loro non hopotuto far alto che ammirarne la cortese disponibilità e la profonda umanità. Spesso ci si dimentica che debbono fare i superuomini quando sono solamente uomini. Ed il loro impegno ce lo mettono tutto.
Grazie Daniele per l'intervista, molto ben fatta. Un abbraccio GG

Sergio ha detto...

Bella intervista!
Sia nell'introduzione all'intervista stessa, sia nelle tue precisazioni nei commenti inviti a non fare d'ogni erba un fascio. Sono d'accordo con te e con quasi (e sottolineo "quasi") tutti i commentatori che, pur da posizione diverse e con motivazioni di vario tipo, argomentano i loro pensieri con serenità.
Per questo non sono d'accordo con ..."inorridisco"!!!

Anonimo ha detto...

Grazie Gigi per il tuo commento e per essere passato sul mio blog :-)))

Anonimo ha detto...

non condivido le posizioni sul g8 di genova,perchè non si può minimizzare sempre parlando di errori o di violenti che andavano puniti.ho visto picchiare manifestanti inermi e medici arrivati per dare soccorso,e se nella scuola c'erano nascosti dei facinorosi non è un buon motivo per fare quel bagno di sangue,probabilmente x scaricare la propria aggressività e la frustrazione accumulate per le quotidiane difficoltà di quel mestiere.siamo persone,possiamo anche dire di no.detto questo,nn voglio sicuramente generalizzare su una categoria,ha detto bene quando ha risposto che la divisa amplifica il carattere.chi è stronzo si sentirà forte,protetto dalla divisa e ne approfitterà,chi è onesto e crede nella giustizia la applicherà con rigore e anche umanità.i poliziotti sono persone,nè santi nè eroi,come tutti c'è chi sbaglia e chi putroppo paga anche x gli sbagli degli altri.lavorano sicuramente in condiizioni di precarietà,per quanto riguarda la sicurezza,con scarsi mezzi e scarsa collaborazione da parte delle istituzioni e anche da parte di certi cittadini.tanto di cappello a chi fa con dignità e onestà questo lavoro,così come a chi sale sui ponteggi malfermi nell'edilizia senza le adeguate sicurezze,insomma a tutti i lavoratori che rischiano la pelle.

Anonimo ha detto...

Messaggio per DESAPARECIDA e per qualcun altro:

Questa intervista non era un'intervista sul G8 di Genova. Le persone serie parlano di quello che conoscono ed io non conosco la vicenda del G8 perchè non ero lì in servizio. Ho espresso solamente un opinione in base a quanto ho letto e visto in tv come voi tutti. Aggiungendo la mia disapprovazione sia per le violenze che ci sono state nella Diaz, sia per i violenti modi con cui si manifesta. Praticamente chi la legge una volta in più si accorge che sono io stesso a disapprovare comportamenti violenti da parte dei miei colleghi. Come dovevo chiamarle ? "Barbarie"? Dai vostri commenti si legge che qualcuno avrebbe gradito che io infangassi la mia categoria, mettendo più a nudo quante violenze abbiano fatto. Ma questo io non posso farlo e per onestà intellettuale e per il lavoro che svolgo. Mi auguro solo che tra manifestanti e poliziotti, tutti quelli che in quei giorni hanno avuto comportamenti immorali, illeciti, illegali e via dicendo, vengano puniti!
Nel punto in cui parlo del G8 credevo si capisse, con la mia allusione ad arancia meccanica, che sono il primo a condannare moralmente tutti quei poliziotti che hanno commesso abusi, violenze e via dicendo. Non a caso quel periodo l'ho cominciato asserendo che non volevo ne difendere ne giustificare. Evidentemente non sono stato un bravo scrittore, perchè non ho fatto comprendere che i comportamenti violenti vanno condannati indipendentemente da chi li mette in atto. Inoltre anche per FLO mi piace scrivere che io non ho affermato in nessun luogo dell'intervista che usare un arma in risposta alla violenza e magari in modo non proporzionale sia una cosa giusta.
In questa intervista ho voluto solo farvi vedere il poliziotto come uomo con tutto quello che deve vivere.
Chi sceglie di andare a manifestare con metodi violenti ci va per scelta. Il poliziotto è un ragazzo del sud, del nord o del centro, che quella mattina deve fare le sue sei ore di servizio per guadagnare 35 euro nette e viene inviato a contrastare chi invece ha motivazioni idealistiche e politiche o partitiche e sceglie di manifestare se necessario anche con la violenza.
E' questa la differenza: il poliziotto ha una forma mentis sicuramente paramilitare, ma credetemi non ha ideali da seguire quando svolge il suo mestiere, se non quello di farlo nel migliore dei modi. Quando la gente se la prende con la Polizia come istituzione mi fa ridere, perchè li considera una sorta di "partito" con le sue idee contrarie a quelle del popolo. Non è così. Il poliziotto quando interviene esprime dentro il suo io un opinione su quanto accade, ma a lui è richiesta imparzialità e professionalità. Se gli agricoltori manifestano contro la finanziaria, un poliziotto col padre agricoltore non può sul momento unirsi ai manifestanti, ma li deve anche contrastare se questi creano disordini. Possibile che nessuno capisca questo? Non siamo una squadra politica o un partito con ideali politici, siamo i tutori della legge e dell'ordine, indipendentemente da chi è al Governo. Se poi ci sono delle mele marce che abusano della divisa, sono il primo a dire che vanno condannate. Se ci sono poliziotti che non fanno un uso legittimo delle armi, vanno condannati. Ma attenzione: il poliziotto non si sveglia la mattina scegliendo di andare a far parte di una rissa dove può prenderci botte o morire. Non si alza con i propositi di andare a contrastare i manifestanti del G8. Il suo è un lavoro. E credetemi un lavoro difficile, dove se fai bene non se ne accorge nessuno e se fai male c'è la gogna.
Pasquale Emolo

Anonimo ha detto...

LEGGETE PEE FAVORE TUTTI IL COMMENTO ULTIMO DI PASQUALE: Credo che sia assolutamente chiarificatore e dimostri come ancora una volta a costo di essere ripetitivo fino alla noia fare di tutte le erbe un fascio sia sbagliato e lasciarsi prendere anche solo visceralmente da "pregiudizi emotivi" sia, se pur fatto in assoluta buona fede, un errore che porta ad una valutazione non sempre precisa e serena.

ArabaFenice ha detto...

Ciao Daniele, mi complimento con te per l'intervista e per l'idea alla base di questo post.
Esprimo inoltre tutto il mio apprezzamento per Pasquale Emolo in relazione sia al lavoro che svolge, che all'intelligenza dimostrata nell'ambito dell'intervista e nei successivi commenti. I suoi contenuti mi trovano d'accordo ma questo mio giudizio va al di là della identità di vedute.
Inoltre mi complimento con i partecipanti alla discussione che hanno espresso le loro idee liberamente ma con toni sereni nonostante sia state chiamate in causa delle vicende che - non so per quale motivo - sono in genere lo spunto per dispute verbali violente e sterili.
Ho sempre affermato, come si evince da miei precedenti commenti, che il lavoro del poliziotto o del carabiniere sia un lavoro come gli altri, almeno dal punto di vista per cui c'è chi fa bene il suo lavoro e c'è chi lo fa male per incapacità o malafede. Tuttavia, questi ultimi casi fanno più notizia e si finisce con il gettare ombre su chi lavora per la nostra sicurezza anche se poi il loro sforzo viene spesso reso vano dalle leggi permissive e dall'assenza della certezza della pena. Eppure altre categorie, responsabili di questo stato di cose, non vengono attaccate con la stessa violenza con cui vengono attaccate le forze dell'ordine.
Quanto ai fatti del G8 faccio due considerazioni:
1) Se all'interno della caserma Diaz sono state compiute delle violazioni delle regole di comportamento delle azioni di Polizia è giusto che chi ha sbagliato ne affronti le conseguenze. Su questo penso che siamo tutti d'accordo solo che mi capita troppo spesso di sentire solo condanne a senso unico: condanna della reazione e mai un cenno di condanna alla azione che l'ha generata. La coerenza vorrebbe che accanto alle presunte violenze dei poliziotti si condannassero fortemente le presunte violenze di chi, incapucciato e armato di bastone, danneggiava Genova e il cuore dei suoi cittadini.
2) Sono sinceramente addolorata per la morte di Giuliani, in quanto è un giovane che perde la vita. Ma gli eroi sono ben altra cosa e se di mezzo non ci fosse stata la politica e una questione di principio, Giuliani non avrebbe intitolate a suo nome né strade né aule del Senato, come tanti che muoiono senza avere fatto nulla di significativamente importante la società.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Vorrei come ha anche fatto Anna/Araba Fenice ringraziare tutti coloro che hanno comemntato e commenteranno qui per aver una volta di più dimostrato come si può esprimere un'opinione personale anche forte che sale dalle nostre viscere con intensità mai conosciuta prima, ma con civiltà e rispetto per tutti.

Sul modo di condurre in questo caso l'intervista vorrei dire che in genere Il mio modo di intervistare è di per sè già molto pacato e sereno ma senza risparmiare domande che l'altro potrebbe anche non volersi sentir fare.

In questo caso ho volutamente evitato, al contrario delle due interviste precedenti, di fare domande ulteriori sulle sue risposte perchè volevo che fosse proprio il suo pensiero ad uscire liberamente e voi poi a commentarlo senza magari togliere spunto a vostri interventi e vostri dubbi visti i temi trattati.

Ringrazio ancora Pasquale che cmq si è messo in prima persona pronto a confrontarsi con tutti noi senza timore e senza spocchia nè atteggiamento di sfida ma semplicemente con umiltà e pulizia interiore e che ci ha permesso di confrontarci con un diretto interessato e non solo tra di noi su temi così scottanti.

Daniele il Rockpoeta.

Dott. Davide Longo ha detto...

Rispetto per le forze dell'ordine e gratidudine per ciò che fanno, in considerazione del rapporto rischio-guadagno.
Come giustamente dice l'agente intervistato, loro fanno parte di una categoria, proprio per ciò non bisogna generalizzare.
C'è che lavora per la gente, c'è chi applica le regole, le rispetta.
C'è chi indossa quella divisa solo per combattere la frustrazione di condurre una vita fiacca, così indossando quella divisa, si sente per le ore di servizio una semi-divinità.
Ma come detto, l'agente di polizia, fa parte di una categoria, che cmq differisce dagli ultràs, tutti delinquenti pronti a scatenare la loro stupida rabbia, anche in questo caso, rabbia dovuta da una magra esistenza.
Quindi cari signori, collegate il cervello alla bocca, e poi dite la vostra.

Laura ha detto...

Mi ha fatto piacere leggere questa intervista: anche io vivo in un piccolo paese, e la visione che abbiamo dei poliziotti è molto diversa da quella che esiste nelle grandi città.
Da me nemmeno c'è il corpo di polizia, solo carabinieri, e per fortuna il loro massimo impegno è fare una multa di tanto in tanto.

Non amo particolarmente i corpi armati in genere (perchè non amo le armi in genere),ma mi rendo conto che sono necessari e che svolgono compiti a volte ingrati.
E' anche evidente che qualcuna di queste persone commetta degli errori, come nei casi che già ampiamente sono stati citati nei commenti precedenti. Purtroppo, in molte occasioni si tratta di errori che hanno conseguenze tragiche, e questo in funzione del lavoro che essi svolgono e delle situazioni che si trovano a dover affrontare.
Voglio dire, se fai il sarto, al massimo sbagli a fare un orlo, ma se ti trovi nel mezzo di una sparatoria c'è il rischio di combinare un casino...
Ciò non toglie che, come in tutte le professioni, chi commette uno sbaglio ne deve poi pagare le conseguenze, se viene appurato che la responsabilità è sua.

Sono d'accordo con quanto aggiunto da Pasquale (mi permetto questo tono confidenziale solo perchè siamo coetanei): credo ci sia un assoluto bisogno della certezza della pena.
Sia i cittadini che i poliziotti trarrebbero enorme giovamento nel sapere che chi compie un reato subirà le adeguate conseguenze: mi rendo conte che deve essere molto frustrante vedere il proprio lavoro vanificato per un qualche cavillo legale, e mi vengono in mente certe immagini dei poliziotti che catturarono Giovanni Brusca, che esultavano come se l'Italia avesse vinto i Mondiali. Immagino la rabbia e la frustrazione nel vedergli poi concesso un regime leggero di detenzione...

Anonimo ha detto...

Grazie a Pasquale per la sua tesimonianza.

Daniela Tuscano

Silvio Irio ha detto...

Prima di dire la mia Daniele..devo farti i complimenti per l'intervista...più ti conosco, più ti leggo, più mi sorprendi!!!
Detto questo, la questione è alquanto controversa.
Ciò che accadde a Genova fu indescrivibile e rappresentò uno momento buio della nostra democrazia. Non voglio certo colpevolizzare tutti...sia manifestanti che polizia....
Il problema, invece, secondo me, è la percezione che abbiamo oggi dei tutori della legge.
E' indubbio che negli ultimi anni l'immagine delle forze dell'ordine si sia fortemente ecclissata, delegittimata...ma credo bisogni reagire in questo senso...
io vivo ina realtà come quella di Napoli in cui il poliziotto è visto come il nemico...questo è il problema...
Ognuno di noi dovrebbe fare la propria parte...cittadino e tutore dell'ordine...

desaparecida ha detto...

X PASQUALE = Ciao....so benissimo che l'intervista nn riguardava il g8,ma vedi se tu ti esponi parlando di cose x te importanti,nonchè vitali,nn puoi pensare che nn susciti delle reazioni,così è stato per me.
Le mie critiche,il mio diverso modo di pensare sono dettate anche x me da ciò che ho letto,visto,o dai racconti di amici che erani lì.

E' chiaro che ognuno di noi ha un proprio vissuto in base al quale interpreta ciò che accade nella vita,io e te siamo diversi,e con occhi diversi abbiamo guardato le stesse cose che a questo punto nn possono essere uguali.
Nn ti avrei mai chiesto con le tue parole,d'infangare la tua categoria(evidentemente nn mi sono espressa bene)....nn saprei che farmene....e sono certa che tu hai risposto alle domande con onestà intellettuale,ma, credimi, è anche qllo che ho fatto io leggendoti.
Nn sono stata nè superficiale nè frettolosa in qsta mia lettura,te lo dico sul serio,solo la vediamo diversamente.
Tu, hai toccato 1 delle mie ferite personali,ancora aperte,e come hai fatto tu,ho voluto dirti ciò che pensavo.
Evidentemente anche io,(come dici x te), nn sono 1 brava scrittrice,e qsto,caro pasquale,è pazzesco,buffo,ma inconfutabilmente,1 punto che abbiamo in comune.....
Probabilmente nessuno di noi cambierà visione della vita....ma il confronto l'arricchisce cmq,possiamo mettere qsto come punto di partenza......
1 saluto

X ROCKPOETA=c'è 1 abbraccio stai su x te....da me!
:)

Anonimo ha detto...

Per Desaparecida:
Beh, da qualche parte bisogna pure cominciare no?
Quindi sono contento di questa tua subitanea risposta e comprendo che abbiamo due vedute diverse.
Mi fa piacere che hai trovato un punto in comune con me, e mi spiace se le mie parole hanno urtato la tua sensibilità. Come tu hai detto: è solo un modo di vedere diverso.
Un saluto caro. Pasquale Emolo

Anonimo ha detto...

Ciao Pasquale, quello che volevo dire è che a mio parere un poliziotto non dovrebbe solo essere una persona che sceglie quel lavoro per guadagnarsi uno stipendio, ma dovrebbe essere mosso soprattutto da motivazioni idealistiche e morali, altrimenti perchè sceglie di fare proprio quel lavoro?
Se una persona fa questa scelta, dovrebbe credere nell'equità e nella giustizia per farla rispettare, dovrebbe essere convinto che la violenza è sbagliata ed usarla solo in casi estremi, quando si tratta di legittima difesa.
Questo come abbiamo visto non sempre accade...
Se non si crede in certi valori come si fa a mettersi una divisa e rappresentare la giustizia?
E' vero, la gente compresa me pensa a voi come qualcosa di diverso, proprio perchè è quella divisa che vi accomuna ai nostri occhi e non solo, voi fate parte di un Corpo di Polizia che non a caso si chiama così, volente o nolente quando qualcuno di voi sbaglia in un certo senso la colpa ricade un po' su tutti perchè ognuno di voi ne è parte..
So che ci sono persone che fanno il loro dovere e lo fanno bene, tu sarai senz'altro fra questi quindi è nel vostro interesse far punire chi sbaglia.
Il mio non voleva assolutamente essere un attacco personale, spero di non essere fraintesa e ti ringrazio per il confronto.

Anonimo ha detto...

Per Flo:
ringrazio anche io te, per esserti confrontata.
Anche il mio non va letto come un attacco o una difesa a un attacco.
Volevo solo chiarire qualche punto.
Hai ragione il poliziotto, il medico, il magistrato, e tanti altri lavori dovrebbero esser fatti per passione.
Tuttavia credo che ci siano persone come me che pur non avendo mai sognato di fare il poliziotto, possano nel loro quotidiano impegnarsi moralmente e concretamente a farlo o almeno a tentare di farlo nel migliore dei modi.
Inoltre tanti ambienti della Polizia di Stato sono enormemente affascinanti e questo ha rapito la mia attenzione e mi ha fatto pensare che poteva essere il lavoro per me.
Di contro, credo che a parte registi, attori e scrittori, siano davvero pochi gli esseri umani che fanno il lavoro che desideravano fare.
Grazie Flo, un caro saluto,
Pasquale Emolo

Anonimo ha detto...

Mi sembra un intervista equilibrata, in cui emergono aspetti che altrimenti rimarrebbero sconociuti ai più. Non lo dico per giustificare nessuno, ma all'approfondimento non c'è mai fine.
Se me lo consenti vorrei sdrammatizzare un po' con questo filmato sulla polizia americana...sono senza cuore ;-)

http://www.youtube.com/watch?v=aJXtEJc5_tg

Mat ha detto...

blog davvero molto interessante.
ci passerò spesso, x il gusto di confrontarmi con te e i tuoi lettori
a presto

Anonimo ha detto...

Grazie Mat per essere passato e per i complimenti al mio blog :-)))

Benvenuto qui in questa agorà passa ogni volta che vorrai !

Erikù ha detto...

bellissimo post, non condivido in pieno alcune affermazioni ma è giusto:ad ognuto le proprie idee...a volte è necessario confrontarsi con diversi puni di vista

Anonimo ha detto...

I miei genitori hanno sempre avuto amici che lavoravano nei corpi di polizia, carabinieri, finanza,ecc. Anche a me è capitato di avere amici, tra cui proprio Pasquale che fa questo lavoro e sia la mia famiglia che me abbiamo la massima stima per quello che fanno. Come ha già detto Pasquale nell'intervista, dappertutto ci sono i disonesti e la polizia non fa eccezzione. Il fulcro di tutto è in due concetti fondamentali espessi da Pasquale, il primo risiede sul fatto che se ci sono leggi paradossali non dobbiamo prendercela con chi le applica, in secondo la legge in italia per alcuni tipi di reato fa ridere, e questo non solo demotiva il poliziotto nel fare il proprio dovere, ma demotiva anche il cittadino che potrebbe a volte denunciare alla leggi degli illeciti importanti. Nell'ultimo mio appunto io sono stato coinvolto in prima persona in quanto sono stato quasi derubato della mia auto e mi per legge sono dovuto andare a testimoniare davanti alle persone che mi hanno provocato danni alla mia auto, il tutto a viso scoperto. Preciso che le suddette persone abitavano a meno di 200mt da casa mia. Ancora adesso quando esco di casa, ho il timore che qualcuno mi faccia qualcosa, dato che quei delinquenti sono a piede libero! Traetene voi le debite coclusioni.

Anonimo ha detto...

Scusate gli errori di sintassi e grammatica, ma purtroppo l'ora è quella che è... :-)

Anonimo ha detto...

Benvenuto sul mio blog dolcecorvo!

Torna presto!!!

Daniele

Anonimo ha detto...

Ringrazio di cuore tutte le persone alle quali non mi sono rivolto direttamente, che mi hanno supportato moralmente e fatto dei complimenti per questa intervista.
Ringrazio Daniele che mi ha ospitato e ha avuto questa brillante idea di confrontarci.
Inoltre ringrazio tutte le persone che pur vedendola in un modo diverso dal mio, hanno interagito con me.
Tutto è stato un momento di crescita.
Per me è stato importante e queste non sono solamente parole banali o "da libro Cuore".

Mamma Simona ha detto...

Intervista interessante.
Provo a dire la mia, anche se non è facile. Io non amo le generalizzazioni e non penso che tutti i poliziotti siano da additare. Potrei dire ironizzando "è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo, no?". Certo è che le mele marce ci sono e c'è una lunga sfilza di episodi quanto meno discutibili da ricordare. Come in tutte le categorie, qualcuno potrebbe dire, pero', se parliamo di persone che devono far rispettare la legge, permettetemi di essere un po' più esigente con loro che con altri.
Per quanto riguarda il g8 preciso che prima ancora di essere di sinistra, sono pacifista e ho condannato gli episodi di violenza compiuti da ambo le parti. Carlo Giuliani per me non era un eroe, una vittima, sì, ma non un eroe.
I primi colpevoli, al di là di chi si è macchiato singolarmente di episodi di violenza, è stato chi ha deciso di ospitare il g8 a Genova (una follia preannunciata), poi chi ha mandato gente in divisa di manco 20 anni totalmente inesperta a gestire situazioni di tensione come questa. Resta il fatto, e questo resta per me indiscutibile, che quanto accaduto alla scuola Diaz resta una delle pagine più nere della nostra storia.