giovedì 15 marzo 2007

OPINIONE DEL ROCKPOETA: Afghanistan, Paradiso o Inferno?

E' una domanda alla quale non risponderò, compiutamente, al momento, in questo post.

Sono stato da Lerner come persona del pubblico ieri sera e la puntata sull'Afghanistan mi ha per certi aspetti lasciato qualche dubbio.

Sicuramente qualche passo in avanti si sarà anche fatto ma a me é parso che certe notizie e informazioni fossero date con il contagocce ed altre fossero un po' edulcorate quando non zittite.

Ora, senza prendere ad esempio L'ospite di Emergency, nonchè famoso vignettista (forse nei toni un po' troppo " caliente"...) c'é stato un intervento molto interessante (solo uno purtroppo) di un'ospite che era accanto alla giornalista iraniana.

Lei, Simona Cataldi appartenente al C.I.S.D.A. (Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane) ha giustamente fatto osservare che forse la presenza delle donne nel Parlamento afghano può anche leggersi in un'ottica ed una chiave meno scontate e ottimistiche.

Per es, una ragione potrebbe essere quella di avere un'immagine falsamente democratica e di apertura verso le donne, quando poi la realtà, anche nello stesso Parlamento, é diversa.

Una verità taciuta fino a quel momento (ma che io già conoscevo, e che Simona Cataldi ha riportato) é che c'é una parlamentare afghana giovanissima (Malalai Joya) che non può più mettere piede in parlamento e che deve sempre trasferirsi in case diverse perché minacciata di morte per aver sottolineato la presenza di criminali all'interno del Parlamento stesso. Una donna che é costretta a vivere da fuggiasca, donna coraggiosa diventata la vera voce del suo popolo, o quantomeno voce delle donne afghane che chiedono il diritto di istruirsi, pensare, vivere e agire secondo la loro volontà ed il loro sentire.

Inoltre, altra cosa da sottolineare, é che se le donne in Parlamento sono soltanto una minima parte (hanno le "quote rosa" come ha affermato Lerner) come faranno (é stato però giustamente osservato) a far passare riforme importanti per le donne?

E allora, se questi motivi devono solo spingerci a continuare ad aiutare quel popolo a crescere ed essere libero, al contempo non si deve aver paura di dire che purtroppo molto ancora non va.

Affermare che prima si stava meglio non ha senso, come non ha senso sottolineare che dove sono presenti i Talebani la criminalità é ridotta o quasi assente (é un po' come dire, - é stato giustamente rilevato - che in Italia si sta meglio dove abbiamo la mafia radicata perché laggiù non esiste microcriminalità...). E' anche vero, però, che la crisi del Paese é profonda e che molte cose in trasmissione non sono state dette.

Per sviscerare meglio la realtà e dare un quadro più approfondito, mi avvarrò non della mia voce ma di quella di una persona (Simona Cataldi appunto) che avrò l'onore di intervistare molto presto.

Intanto come primo assaggio andate qui:

http://www.rawa.org/ilmanifesto_it.htm

Una sola correzione: non siamo in una situazione di "peace keeping" ma oramai di "peace enforcing" come ha dichiarato anche il generale da Lerner.

E ancora:

http://www.ecn.org/reds/donne/coordrawa/coordrawaINDICEcomunicati.html

http://www.malalaijoya.com/index1024.htm

E poi, non per farle pubblicità (lei non sa neanche che ho "scovato" questo link) :-)))

http://www.libreriauniversitaria.it/goto/author_Cataldi+Simona/shelf_BIT/Cataldi_Simona.html

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Il popolo afgana è abituato alle guerre. Sono stati invasi dai rossi e poi dai ragazzi star and stripes. I talebani hanno avuto buon gioco nel sottomettere le donne, in una economia così povera è stato l'unico modo per tenere tranquilli gli uomini. Gli oppressi anche più deboli (ed infimi) avevano qualcuno più debole ed indifeso da sottomettere: la propria moglie, sorella o figlia.

Spero per le donne afgane che questa vile oppressione stai finendo.

Anonimo ha detto...

Avete detto cose sacrosante. E credo che molte donne che oggi il governo afghano ha messo in bella vista, facendole uscire a sorpresa come conigli dal cappello a cilindro, siano lì un po' per figura. Intendiamoci le donne afghane sono validissime ed intelligenti! Prima dei talebani erano medici, avvocati, giornaliste, ma mi domando, dopo anni di clausura forzata, quante di loro sono riuscite a sopravvivere nello spirito?

Anonimo ha detto...

Tutto giusto, ma perchè vedendo i tg ci sono ancora così tante donne col burka? E' una cosa che mi impressiona moltissimo. Che ne pensate?

Anonimo ha detto...

La battuta sarebbe facile..troppo brutte? Scusate, scherzi a parte, perchè il fondamentalismo è evidentemento troppo impegnato nella società afghana, e quindi le donne continuano a subire.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Il burka esiste perché é ancora molto radicata una situazione dove l'islam tiene in schiavitù molte donne e le obbliga a seguire il Corano in ogni sua forma allo scopo di sottomettere la donna e tenerla soggiogata.

PS: lo scrivo nel commento ma se volete provare a suggerire una domanda per Simona Cataldi come avevate fatto per la Pavlovic siete ben accetti. Vedrò di prenderne un paio.

Io ovviamente ho già qualcosa di pronto. Certo se poi succede come la volta scorsa che avevo un certo numero di domande e poi si decuplicato durante l'intervista stessa LOL....

Cmq se volete attendo vostre domande per Simona Cataldi.

Tempo massimo: lunedì mattina ore 10.00 (poi sarò a Milano ed il giorno dopo a Roma per l'intervista.)

Anonimo ha detto...

Ci penso allora. anzi no, chiedi appunto perchè tante donne usano ancora il burka.

Anonimo ha detto...

Potresti chiedere che fa una donna vedova, come la moglie dell'autista di Masrogiacomo , appunto.

Anonimo ha detto...

Non so, potresti chiederle se le donne sono effettivamente più libere ora (o meglio meno schiave), se possono mettere lo smalto sulle unghie (se hanno i soldi per comprarlo) o se le lapidano ancora adesso se lo fanno

Anonimo ha detto...

Cosa ne pensa in generale delle associazioni umanitarie, è vero che alcune non sono proprio a posto?